Casa dell’acqua |A giorni in funzione

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19 Luglio 2016, 16:49

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BRONTE – A breve i cittadini di Bronte potranno finalmente usufruire della casa dell’acqua. Stando infatti alle parole del sindaco, Graziano Calanna, sarebbe questione di giorni. A più di dieci mesi dalla ultimazione dei lavori, datata 10 settembre 2015, e a quattro dall’inaugurazione del 24 marzo, la casa dell’acqua in via Generale Dalla Chiesa non è ancora infatti in funzione.

Una questione portata anche come interrogazione al Consiglio del 4 aprile dai gruppi consiliari “Noi Bronte” e “Bronte Viva”. “In considerazione di quanto sopra, in data 31.03.2016, si è proceduto alla messa in funzione della casa dell’acqua”. È quanto si legge nella risposta scritta fornita dal primo cittadino ai cinque firmatari di minoranza. A precedere tutta la cronistoria della struttura, comprese le necessarie dichiarazioni di conformità, la consegna e codifica delle 5000 card che serviranno a usufruire del servizio, la verifica del sistema e la sanificazione delle apparecchiature di erogazione dell’acqua. Tutti passaggi questi che dal 10 settembre hanno condotto a marzo. “La casa dell’acqua – ribadisce infatti Calanna – nel momento in cui è stata inaugurata funzionava”.

I ritardi nell’avvio, “pur con l’inaugurazione, sono legati all’esigenza che c’era di redigere un regolamento per regolamentare tutta la materia, le modalità di funzionamento, inclusa la tariffa”. A spiegare quello che è stato dunque un problema non tecnico quanto “burocratico amministrativo” è il dirigente tecnico, l’ingegnere Salvatore Caudullo. La scelta, continua, è ora quella “di accelerare i tempi, di metterla in funzione” e nel frattempo “perfezionare il regolamento”. Per i primi sei mesi, infatti, “tutti coloro che sono in regola con i pagamenti, quindi che non abbiamo morosità pendenti con il comune e che abbiano un regolare contratto di acqua, escluse ovviamente le attività commerciali” avranno la possibilità di prelevare “50 litri di acqua al mese gratis”. È quanto dichiarato dal primo cittadino, annunciando un imminente avviso alla cittadinanza che potrà così andare al comune a ritirare le schede.

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Una struttura, ereditata dalla precedente amministrazione, sulla quale già durante il Consiglio, in risposta all’interrogazione, è arrivata la bocciatura da parte dell’Assessore al ramo, Nuccio Biuso, per il quale il costo della struttura sarebbe potuto essere speso “per fare tante altre opere importanti e utili per i nostri concittadini”. “Un investimento sbagliato”, ribadisce il primo cittadino, “sbagliato perché è costata 55000 euro che abbiamo prelevato dal nostro bilancio comunale, quando nella maggior parte dei comuni, ma anche il comune di Bronte nel 2012 aveva ricevuto una proposta di realizzazione di casa dell’acqua gratis, ovviamente poi il costruttore avrebbe richiesto la gestione”. Una disapprovazione dunque non della struttura in sé quanto dei costi di realizzazione e manutenzione, che però, precisa Calanna, non influirà “certamente sulle decisioni che noi prenderemo su questa casa dell’acqua”. “Si tratta di un’opera pubblica – conclude – a maggior ragione che sono stati spesi dei soldi della collettività, l’opera dovrà funzionare al pari di tutte le altre”.

A spiegare il motivo per cui non si è dato seguito alla proposta del 2012 è Mario Bonsignore, l’ex assessore alle Risorse idriche che ha voluto la realizzazione dell’opera. Alla base della scelta, spiega Bonsignore, una logica imprenditoriale. Invece di preferire che fosse un privato a fare un investimento, ad avere in seguito la gestione della casa e a prenderne quindi i guadagni, la decisione è stata quella di far sì che fosse il Comune ad investire per realizzare un’opera da mettere a reddito. Così facendo, continua l’ex assessore, con gli introiti derivanti si sarebbe avuta un’entrata in più nel Servizio idrico, si sarebbe mantenuta la struttura e nel lungo periodo si sarebbero riprese le spese. L’azienda appaltatrice, precisa infatti, per i primi due anni avrebbe avuto il solo compito di curare la manutenzione, con gli introiti destinati sin da subito alle casse comunali, affiancando con il proprio personale esperto quello del comune a cui, trascorso il biennio, sarebbe toccato il compito manutentivo. Senza contare, aggiunge, che anche nel caso di concessione al privato il Comune avrebbe comunque dovuto affrontare dei costi per predisporre il sito in cui sarebbe stata collocata la struttura.

 

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19 Luglio 2016, 16:49

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