22 Dicembre 2018, 14:50
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PALERMO – E’ un bilancio positivo quello della polizia a Palermo. A dirlo è il questore Renato Cortese, durante il tradizionale scambio di auguri con i giornalisti: “E’ stato un 2018 molto impegnativo dal punto di vista dell’ordine pubblico, ma siamo riusciti a garantire la sicurezza ai cittadini. Basti pensare – sottolinea – che a settembre abbiamo avuto la visita del Santo Padre poi, più di recente, la Conferenza sulla Libia. Voglio ringraziare gli uomini e le donne della Polizia di Stato che hanno dimostrato che Palermo può essere una casa sicura”.
Il questore si è poi soffermato sugli interventi effettuati nelle zone più “critiche” della città e sulle attività di contrasto alla mafia: “Siamo stati presenti con le richieste di sicurezza da parte dei cittadini. Oggi c’è certamente una movida più contenuta. Anche loro ringraziano le forze di Polizia. Siamo presenti anche a Ballarò un quartiere difficile, dove abbiamo fatto tantissimi arresti. La nostra è una presenza costante e continua”. Ma una certa preoccupazione per gli ultimi episodi di violenza c’è: “Non voglio diffondere l’allarme ma esiste oggettivamente un aumento di casi del genere, in parte attribuile anche ai fenomeni comuni a tutti i grandi centri urbani. Su Palermo si registra un leggero incremento legato anche al cambiamento della conformazione di Palermo con un aumento del 20 per cento di turisti, è cambiato il modo di vivere la città, anche di notte. Si tratta spesso di episodi che hanno le proprie radici in un problema sociale.
“Gli episodi che ci sono stati – sottolinea – sono sotto la nostra lente di ingrandimento. Ma c’è anche una riflessione da fare su alcuni strumenti normativi: è necessario migliorare gli strumenti normativi a disposizione di polizia e magistrati per incidere in maniera più efficace, ad esempio, nei confronti dei minorenni coinvolti in fatti particolarmente gravi. A Palermo, come altrove, si registra comunque una diminuzione dei reati. Ciò nonostante la percezione di insicurezza ancora è elevata”.
E sul fronte della lotta alla mafia, Cortese precisa: “Lo Stato dimostra e ha dimostrato di avere un controllo del territorio forte. Se da maggio a novembre siamo arrivati ai fermi – dice Cortese parlando dell’operazione Cupola 2.0 dei carabinieri che ha portato in carcere i boss che stavano costituendo la nuova commissione provinciale – vuol dire che è stato raggiunto un risultato inimmaginabile. È anche segno di una forza dello Stato che ha saputo fare passi da giganti. Quello che poteva diventare l’erede di Riina è finito già in manette”.
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22 Dicembre 2018, 14:50