Notarbartolo fuori dal coro: |”Città oppressa da opacità”

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16 Gennaio 2016, 16:51

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CATANIA – Si allontana dal coro degli indignati. E chiede alla politica tutta una riflessione sullo stato di salute della democrazia a Catania, città che “ha probabilmente raggiunto il punto più basso della propria vita amministrativa”.  Niccolò Notarbartolo, esponente del Partito democratico in Consiglio comunale, non ci sta a procedere a quella che definisce “difesa acritica” da parte della politica locale, in relazione alla reazione generale a quanto contenuto nella relazione della commissione regionale antimafia. E invia alla redazione di LiveSiciliaCatania una riflessione, un appello alla politica ad avviare una seria riflessione in questo momento “drammatico”.

“Il Consiglio Comunale è l’organo di rappresentanza democratica della Città di Catania. In quanto tale la sua funzione è quella di rendere concrete le istanze della collettività. I fatti e le notizie di questi giorni fortissimamente incidono sulla capacità degli uomini che questo consiglio compongono di svolgere il proprio ruolo. Ed è questo ciò che mi interessa e mi preoccupa.

Se già far politica oggi sconta pregiudizi e diffidenze, i riferimenti a contiguità con ambienti, soggetti e scenari mafiosi minano la credibilità dell’agire consiliare, a scapito dell’autorevolezza e della efficacia che tale organo dovrebbe sempre avere e difendere. Oggi l’intero Consiglio Comunale è profondamente delegittimato e di questo non possiamo fare altro che prenderne atto ed agire consequenzialmente.

Con forza, ed indipendentemente da colori partitici o ragionamenti più o meno faziosi, pongo la mia riflessione, rifuggendo facili accuse ai singoli. Non è mio compito e non mi interessa farlo. Capisco perfettamente il dramma umano che stanno vivendo i consiglieri coinvolti e condivido il garantismo individuale necessario alla tutela delle singole posizioni soggettive. Non posso certo, però, far finta che nulla sia successo, voltandomi dall’altro lato, né lo può fare l’intera classe politica che oggi è coinvolta.

Ritengo necessario che si avvii una riflessione seria, e questa è l’unica finalità che mi anima. Se è da aborrire qualsiasi forma di giustizialismo, non è possibile né giusto abbracciare intendimenti negazionisti. Qualcosa nel nostro palazzo è accaduto, sta accadendo. In questa città ci siamo purtroppo e per anni assuefatti ad una normalità che tale non è. In questo momento ci dobbiamo rendere conto che la difesa acritica scelta dalla politica locale risulta incomprensibile a chi da spettatore guarda alla nostra città e apprende dai mezzi di informazione quello che sta succedendo. Dobbiamo parlare di Catania e dovremmo pretendere di capire se la democrazia cittadina è inquinata o meno. Questa è una domanda che l’intera classe politica ha il dovere di farsi e che deve trovare risposte adeguate.

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La nostra città vive un momento drammatico ed ha probabilmente raggiunto il punto più basso della propria vita amministrativa. Catania ha delle urgenze – profondissime ed ormai strutturali – che vanno affrontate. Se subentrano circostanze che da esse possono allontanarci dobbiamo reagire immediatamente e senza esitazioni. Mi auguro che a prevalere sia il senso delle Istituzioni da troppo tempo smarrito. Chi è coinvolto comprenda che per dimostrare la propria estraneità alle accuse non possono essere le sedi istituzionali il luogo ove difendere le proprie ragioni.

La riflessione politica deve coinvolgere tutti: partiti, soggetti istituzionali, corpi sociali e la società civile. Dobbiamo avere il coraggio di affrontare le questioni relative alla vita democratica della città al netto di ipocriti calcoli elettorali. A tale riflessione non può esimersi neanche chi ha affermato che la politica non abbia la forza di sviluppare i necessari anticorpi, visto che due degli odierni accusati sono stati a lui vicini in un recente passato ed anche un ex consigliere comunale a lui legato è incorso in fatti pressoché identici. Abbia quindi l’onestà intellettuale di riconoscere i propri errori e di agire conseguentemente.

Questa città è stata per troppo tempo oppressa da una cappa di indifferenza e opacità. Mi auguro che tutti avremo la forza ed il coraggio di credere nella possibilità del cambiamento spinti dalla consapevolezza che è necessario fare scelte difficili per tornare a respirare liberamente”.

 

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16 Gennaio 2016, 16:51

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