06 Aprile 2016, 12:58
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CATANIA – Gibiino contro Gibiino. I cronisti americani, forse, la racconterebbero così la decisione della casa di cura Gibiino di chiedere al Gup Alessandro Ricciardolo di costituirsi parte civile contro i medici (tra questi l’anestesista Giovanni Gibiino, membro della famiglia titolare) che sono accusati di essere i responsabili della morte della piccola Nicole Di Pietro. Colpo di scena nel corso dell’udienza preliminare che si è svolta oggi al Tribunale di Catania. Il Gup deve decidere sulla richiesta di rinvio a giudizio avanzata dai pm Alessandra Tasciotti e Angelo Brugaletta nei confronti dei cinque imputati: l’indagine della polizia è scattata dopo la morte della piccola il 12 febbraio 2015 nella clinica catanese. Rischiano il processo la ginecologa Maria Ausilia Palermo, il neonatologo Antonio Di Pasquale e l’anestesista Giovanni Gibiino, (imputati per omicidio colposo); l’ostetrica Valentina Spanò per false attestazioni; e il direttore sanitario Danilo Audibert per favoreggiamento personale.
La Clinica Gibiino, assistita dall’avvocato Tommaso Tamburino, chiederà dunque al Gup di costituirsi parte civile nel procedimento. “La Clinica Gibiino – commenta il legale – è stata configurata in questo processo penale come danneggiata, per il grave danno all’immagine subito dopo le indagini. Evidentemente la casa di cura si è costituita per avere un risarcimento del danno ove gli imputati dovessere essere riconosciuti colpevoli e vuole partecipare attivamente al dibattimento per partecipare anch’essa all’accertamento della verità”. La clinica potrebbe rivestire una doppia veste: parte civile e responsabile civile. “Già i difensori che assistono i genitori di Nicole – chiarisce Tamburino – hanno anticipato che chiederanno la citazione della Casa di Cura Gibiino come responsabile civile e questo è qualcosa che già si è verificato in altri processi, e cioè che una struttura – in questo caso la Clinica Gibiino – possa rivestire entrambe le vesti, sia parte civile che responsabile civile. E qualora il Gup dovesse accogliere questa istanza avremo un processo molto complesso, ma rientriamo secondo me nell’ambito di una corretta interpretazione delle norme”.
“Non so cosa pensare” – ha commentato ad alcuni giornalisti Andrea Di Pietro, il papà della piccola Nicole prima di entrare al Palazzo di Giustizia appena ha saputo la notizia. A chiedere la costituzione di parte civile i genitori, gli zii e altri familiari della piccola. Presentata istanza anche da tre associazioni dei consumatori: Codacons, Prolegis e Consitalia. Il Codacons meno di un mese dopo la notizia del decesso della piccola aveva presentato un esposto alla Procura della Repubblica.
L’udienza è stata rinviata al 4 maggio. In quella data, le altre parti civili presenteranno eventuali accezioni alla richiesta della clinica Gibiino. Solo dopo il Gup deciderà se accogliere o meno le istanze.
L’udienza di oggi è solo il primo passo per ottenere una verità processuale su una morte ancora piena di ombre e dubbi. La morte di una creatura innocente (diventata l’angelo custode di mamma Tania) che merita e deve avere giustizia.
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06 Aprile 2016, 12:58