Gli atti tornano in Appello |Festeggiano i legali di Santapaola - Live Sicilia

Gli atti tornano in Appello |Festeggiano i legali di Santapaola

La Cassazione ha rinviato alla Corte d'Appello di Catania la sentenza di condanna a carico di Nitto Santapaola e altri presunti esponenti della famiglia catanese di Cosa Nostra. I legali già brindano, ma nel processo potrebbero entrare i verbali dei nuovi collaboratori di giustizia.

la cassazione sul processo "dionisio"
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CATANIA – La sesta sezione della Corte di Cassazione, presieduta da Giovanni De Roberto, ha rinviato questo pomeriggio alla Corte d’Appello etnea la sentenza emessa il 9 giugno 2011 nel processo in rito ordinario relativo all’inchiesta “Dionisio”. Con questa decisione, la Cassazione esprime un parere difforme rispetto a quello che nel mese di luglio aveva confermato le condanne del troncone abbreviato dello stesso processo.

Carmelo Calì, legale del boss mafioso NItto Santapaola è raggiante: “Un annullamento così tranciante colpisce in radice tutta la sentenza”.

Ma è presto per cantar vittoria, nel processo potrebbero entrare in gioco i verbali dei nuovi collaboratori di giustizia Santo La Causa e Giuseppe Mirabile. Ma non basta, l’accusa potrebbe essere affidata al sostituto procuratore Agata Santonocito, punta di diamante della Dda etnea e profonda conoscitrice delle dinamiche interne alla famiglia catanese di Cosa Nostra.

L’operazione “Dionisio” su mafia e appalti, è scattata il 7 luglio del 2005, sotto il coordinamento dei Pm Amedeo Bertone, Giuseppe Gennaro e Agata Santonocito. Imputati sono Nitto Santapaola e altri presunti appartenenti alla famiglia catanese di Cosa Nostra. Si tratta di Eugenio Galea, ritenuto il vice-rappresentante di Cosa nostra etnea negli anni ’80, e Santo Giammona, Michele Sciuto, Venerando Cristaldi, e i fratelli Aldo, Mario e Vincenzo Ercolano. Rinviata anche la sentenza inflitta a Vincenzo Basilotta, imprenditore di Castel di Judica, per cui il reato era stato derubricato in Appello da associazione a delinquere di stampo mafioso a concorso esterno. Per Basilotta, che ha sempre respinto ogni addebito, è anche stato disposto il sequestro dei beni in seguito ad un’operazione della Dia del 2010. “La Corte- ha detto a LiveSiciliaCatania l’avvocato Carmelo Calì- ha compreso la gravità del processo”.

Il legale dello “Zio Nitto” lancia la provocazione: “Come si può sostenere che, fino al 2004, Benedetto Santapaola abbia diretto l’organizzazione denominata Cosa Nostra etnea, quando il mio assistito si trova in carcere dal 18 maggio 1993?”. La risposta è contenuta, secondo gli inquirenti, in 20 anni di intercettazioni e atti giudiziari.

Il processo dovrà nuovamente celebrarsi dinanzi alla Corte d’Appello di Catania, ma presso una sezione e un giudice diversi da quelli che hanno emesso il dispositivo esaminato dalla Cassazione.

A sostenere la pubblica accusa potrebbe essere chiamato il sostituto procuratore della Dda, Agata Santonocito.

 


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