Castrazione chimica | Ecco dove è prevista

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29 Marzo 2019, 18:31

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Si torna a parlare di “castrazione chimica per gli stupratori”. Lo sta facendo la Lega, che in questi giorni ha riportando il tema al centro del dibattito politico, scatenando non poche polemiche.

Con un emendamento al cosiddetto ddl “codice rosso”, depositato dal leghista Roberto Turi, il Carroccio sembra intenzionato a percorrere la strada del “blocco androgenico“. La norma in cantiere proporrebbe ai condannati per stupro o molestie sessuali di ricevere un trattamento terapeutico o farmacologico inibitore della libido. “Ma si tratterebbe sempre di una scelta del soggetto colpevole – precisa il ministro alla Funzione pubblica, Giulia Bongiorno -, perché la Costituzione vieta trattamenti obbligatori. Il soggetto potrà dire sì, per avere una sospensione della pena”.

Insomma, un’iniziativa dall’impatto sicuramente forte, che però non rappresenta un unicum tra i paesi europei. Nel vecchio continente, la castrazione chimica è prevista in diversi stati, come Francia, Germania, Russia, Finlandia, Svezia, Belgio ed Estonia. Qui le norme in vigore sono simili a quelle proposte in Italia dalla Lega, ma ci sono paesi in cui le istituzioni si sono spinte ancora più avanti. E’ il caso della Polonia, che a partire dal 2010 non contempla la volontà del soggetto come condizione indispensabile per l’attuazione del protocollo.

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Ma non mancano i casi anche fuori dall’Europa: negli Usa, sono ben nove gli stati ad aver adottato tale disposizioni, California in primis. Ancor più restringenti i provvedimenti in Asia, dove Corea del Sud e Indonesia hanno introdotto leggi che lasciano ogni decisione al giudice, senza possibilità di scelta per il condannato.

 

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29 Marzo 2019, 18:31

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