23 Febbraio 2022, 16:54
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“La società si chiamerà Ast le Ali di Sicilia”. È il 29 luglio 2020, Gaetano Tafuri è entusiasta. Il già presidente della Azienda Siciliana Trasporti, colpito ieri da una misura interdittiva di 12 mesi, appena vede nel display del suo smartphone il nome Raffaele Lombardo non vede l’ora di raccontare del progetto di creare una compagnia aerea all’ex presidente della Regione Siciliana, il suo punto di riferimento politico da sempre. La telefonata è finita tra gli atti dell’inchiesta della Guardia di Finanza sull’Azienda Siciliana Trasporti.
Un capitolo dell’ordinanza è proprio dedicato al ‘sogno’ di volare di Tafuri. Che a leggere gli atti giudiziari avrebbe avuto l’ambizione di diventare un altro ‘carrozzone’ dove piazzare i ‘raccomandati’ dell’ex direttore Andrea Ugo Fiduccia, finito ai domiciliari. Ma il progetto non decolla. La Regione Siciliana lo boccia senza possibilità di esame di recupero.
Tutto sembra pronto. Tafuri parla con Lombardo, inconsapevole di essere intercettato. Il lunedì successivo alla chiamata è già pianificato di “depositare la documentazione all’Enac, che entro 60 giorni” avrebbe rilasciato il Coa, “ossia l’autorizzazione al volo”. Alla fine l’ok di Enac l’Ast l’avrà. Ma non servirà. Sembra davvero non aver dimenticato nulla. A Lombardo Tafuri spiega che “hanno già individuato i piloti, i tecnici, l’accountable manager, il coordinatore”. La sede operativa sarebbe stata a Lampedusa. “Prenderemo due aerei SAAB a elica da 50 posti”. Tafuri rassicura Raffaele che si sono affidati “a soggetti capaci”. “Chi sono?”, chiede l’ex governatore siciliano. “Officine del Turismo”, risponde l’ex numero 1 dell’Ast. La società che già cura il servizio di bigliettazione elettronica è protagonista di altri capitoli dell’inchiesta giudiziaria.
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23 Febbraio 2022, 16:54