'Patto illecito', mamma Regione ha perso per scelta l'aereo - Live Sicilia

‘LeAli di Sicilia’, la compagnia di Ast per assumere ‘figli e parenti’

L'inchiesta della Procura di Palermo svela i retroscena del progetto

PALERMO – Doveva chiamarsi “LeAli di Sicilia”. Una compagnia aerea con i colori della Trinacria. L’Ast pensava in grande. Lo statuto glielo consentiva. Dal trasporto gommato ai cieli. Il progetto fu stoppato dal governo regionale. Chissà cosa sarebbe accaduto se, come emerge dall’inchiesta della Procura di Palermo, già nella fase iniziale ci sono pesanti sospetti di corruzione.

L’Azienda dei trasporti in tre anni aveva accumulato un deficit di 19 milioni di euro. Restava in piedi perché garantiva un servizio sociale. E cioè i trasporti in pullman dei siciliani lungo rotte poco appetibili dal punto di vista commerciale. Accumulava deficit e nel frattempo assumeva decine e decine di persone. Molte segnalate dalla politica, dicono le indagini e lo confermano le intercettazioni. Le assumeva attraverso una società interinale di Potenza per bypassare il blocco delle assunzioni.

Accumulava deficit, ma il presidente Gaetano Tafuri e il direttore generale Andrea Ugo Fiduccia lanciavano il progetto della compagnia aerea per garantire ai siciliani voli a prezzi contenuti. Non erano chiacchiere, perché il progetto è partito davvero. In pieno lockdown da Coronaviru avviarono l’istruttoria all’Enac per avere la licenza.

A monte ci sarebbe stato “un patto criminoso” fra Fiduccia e i vertici della società “Officine del Tursimo” a cui era già stato affidato il servizio della biglietteria digitale. Un servizio anch’esso finito sotto inchiesta. I referenti erano Albero Carrotta, Massimo Albanese e Orsola Porretto.

Carrotta era il vero esperto, alla luce della sua esperienza nella SiFly, una delle prime compagnia aeree low cost, fallita nel 2001 dopo l’incidente avvenuto in Kosovo due anni prima. Un volo delle Nazioni Unite precipitò a Pristina. Morirono 24 persone, tra cui 12 italiani. Volontari in missione umanitaria.

L’Ast decise di affidare ad Officine i servizi commerciali, di comunicazione, amministrativi e gestionali attraverso un bando ad hoc. Cucito su misura, sostengono i finanzieri del Nucleo di polizia economico-finanziaria di Palermo. Base d’asta: 2,1 milioni di euro.

Una bozza del capitolato di gara fu sequestrata nella borsa di Fiduccia, quando andarono a perquisire la sua casa a Marineo. Carrotta aveva anche individuato i mezzi: “… siamo riusciti a parlare con la Saab… ci hanno fatto un prezzo che non mi aspettavo 50 mila euro al mese”.

Tra giugno e luglio 2020 si ripetevano gli incontri. Albanese suonava un tasto caro al direttore generale: “Abbiamo l’opportunità di potere assumere persone… inseriamo qualcuno che dice lei, qualcun altro lo inseriamo noi, qualcun altro lo inserisce il presidente”.

Fiduccia era rammaricato perché i suoi figli non avevano ancora completato gli studi. C’era un nipote, però. In ogni caso, diceva Albanese, si poteva ovviare al problema assumendoli presso Officine. Figli, parenti e amici. In un altro incontro Albanese e Carrotta chiedevano a Fiduccia di “predisporre un elenco di persone”. Le assunzioni fanno parte delle utilità contestate a Fiduccia, assieme ad una penna Montblanc “edizione speciale”.

Il 20 luglio Fiduccia era preoccupato perché “appena uscirà il nome di me figghia vedrai che succederà, l’attacco, quindi dobbiamo inquadrarle in determinate figure che siano compatibili con questo tipo di attività” e aggiungeva che “ho notato che avete attenzionato pure il figlio del mio autista, è un picciotto serio, io ovviamente ho altre priorità, giusto!”. Poi suggeriva: “Non si può assumere da un’altra parte? A fare qualsiasi cosa” e Carrotta: “Da un amico che ha un ufficio”.

Pochi giorni dopo squillò il telefono del presidente Tafuri. Era Raffaele Lombardo, ex presidente della Regione, a cui Tafuri dava i dettagli del suo progetto. Era tutto pronto.

Poi iniziarono le manovre per “sistemare” il bando, bisognava predisporre “un capitolato in cui ci mettiamo proprio cose che è difficile”, inserire “cose specifiche e sarà difficile trovare una sola società che possa fare tutto”.

Fiduccia era pronto a pubblicare il bando. Ed invece arrivò lo stop del governo Musumeci. Gli assessori alle Infrastutture Marco Falcone e all’economia Gaetano Armao manifestarono pubblicamente con delle interviste il loro dissenso. Agli atti c’è una nota di Angelo Pizzuto, capo di gabinetto vicario dell’assessorato all’Economia. Tafuri veniva invitato a non prendere altre iniziative non concordate con la Regione. Il progetto si arenò.

Restano i 70 mila euro già spesi da Ast. Per ultimo, una mattina di settembre, Albanese si presentò all’Ast. Voleva ritirare gli otto portatili Apple da 1.200 euro ciascuno. Servivano per la compagnia aerea. Non sono stai mai accesi.

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