16 Giugno 2024, 05:01
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CATANIA – Ha ascoltato un’udienza su Radio Radicale e ha deciso spontaneamente di farsi avanti, scrivendo al pubblico ministero e chiedendo di essere sentito per smentire le dichiarazioni di due testimoni. Spunta un nuovo teste al processo sul presunto buco di bilancio di Palazzo degli Elefanti. Si tratterebbe di un dirigente del Comune di Catania.
A parlarne in aula è stato il Pm Fabio Regolo, che sostiene l’accusa in un dibattimento che vede tra i 28 imputati politici e revisori dei conti che hanno amministrato a Palazzo degli Elefanti tra il 2013 e il 2018. Tra di essi figura pure l’ex sindaco Enzo Bianco.
Il processo si celebra dinanzi al Tribunale collegiale di Catania, presieduto da Alessandro Ricciardolo. Dopo averne parlato, il Pm ha depositato nel proprio fascicolo – già a disposizione delle parti, che però fino a ieri non avevano avuto il tempo di prenderne visione – le dichiarazioni con cui un testimone chiede di parlare dicendo di smentire le argomentazioni di due testi, che – come detto – a suo dire avrebbero dichiarato il falso.
I due testi in questione hanno entrambi sostenuto versioni anche in relazione ai rapporti politici e quelli maturati all’interno dell’allora giunta comunale. Secondo il testimone a sorpresa – soggetto che non figurava nella lista del pubblico ministero e che probabilmente non è mai stato ascoltato – avrebbero detto cose non veritiere. Il Pm ha messo gli atti a disposizione delle parti.
Gli imputati, si ricorda, sono complessivamente 28, accusati a vario titolo di falso ideologico. Ex sindaco, ex assessori ed ex revisori dei conti in carica all’epoca delle contestazioni: per l’accusa, avrebbero “falsamente attestato la veridicità delle previsioni di entrata”.
Lo avrebbero fatto nonostante fossero “consapevoli della loro sovrastima” e inoltre avrebbero “dolosamente omesso l’iscrizione nell’atto contabile di somme sufficienti a finanziare gli ingenti debiti fuori bilancio”. L‘indagine è stata condotta dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Catania.
Alla scorsa udienza, la Corte ha respinto una questione avanzata dal difensore di Enzo Bianco, il professore Giovanni Grasso. La difesa chiedeva di annullare le imputazioni, perché troppo generiche: mancherebbe una “indicazione chiara e precisa dei fatti che sono ascritti agli imputati”. Così sarebbe stato impossibile difendersi.
Per i giudici, le imputazioni “formulate dal pubblico ministero appaiono sufficientemente specifiche e dettagliate e in ogni caso tale imputazione è adeguatamente leggibile dagli imputati alla luce degli atti di indagine al loro ben noti”.
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16 Giugno 2024, 05:01