Catania, è l’ora del processo | Come si arriva alla resa dei conti

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11 Agosto 2015, 08:30

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CATANIA – E’ certamente uno dei giorni più lunghi della gloriosa storia del club che porta l’anno 1946. Quella matricola numero 11700 sempre difesa con le unghia e con i denti, oggi conoscerà la richiesta di pena che la Procura federale intenderà comminare dopo il devastante tsunami scaturito dall’inchiesta “I treni del gol”. Una estate disgraziata per i colori rossoazzurri: cominciata con gli arresti, tra gli altri, degli ormai ex presidente Nino Pulvirenti e Ad Pablo Cosentino e destinata a finire – con quello che sarà l’ultimo grado di giudizio – con l’estromissione dalla cadetteria del Calcio Catania.

LO SCENARIO. Le ultime ore, intanto, sono state (manco a dirlo) parecchio concitate. Da una parte gli spifferi provenienti dal palazzi della giustizia sportiva della Capitale, hanno confermato quella che sarebbe la richiesta di retrocessione in Lega Pro dei rossoazzurri con l’aggiunta di dieci/quindici punti di penalizzazione; dall’altra le dichiarazioni al fulmicotone del presidente della Lega di Serie B, Abodi (“Niente sconti, serve una pena radicale”). Ce n’è abbastanza per creare ancora più confusione e smarrimento di quanto già non ve ne siano adesso.

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L’INCHIESTA. Il punto fermo (se mai ve ne sia uno) è stata la collaborazione da parte del patron e “artefice” dello scandalo, Pulvirenti. Il sistema di pagamento per acquistare le cinque partite incriminate ricostruito dagli investigatori non si limitava alle intercettazioni telefoniche. Cruciali, infatti, gli incontri, soprattutto quelli in cui si ipotizza la cessione di denaro dai “catanesi” ai procuratori sportivi. Incontri che si tenevano in più momenti: le trattative, solitamente, avvenivano in un bar di Catania – a questi incontri “preliminari” era presente Pulvirenti – mentre lo scambio dei contanti era delegato al corriere – in diverse occasioni proprio il dirigente Daniele Delli Carri – che consegnava quanto pattuito. Quasi sempre in un luogo lontano da Catania.

Oggi si capirà quale sarà il primo verdetto: ma comunque andranno le cose, a pagare, manco a dirlo, saranno i tifosi rossoazzurri che a quella matricola sono aggrappati mica per filantropia. Bensì per storia e sacrificio: tanti sacrifici. Ed è da qui che si riparte: indipendentemente dalla categoria.

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11 Agosto 2015, 08:30

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