Il futuro della lista di Enzo Bianco e i nodi del centrosinistra

Il futuro della lista di Enzo Bianco e i nodi del centrosinistra

Se Barbagallo chiude al cantiere dell'ex primo cittadino, c'è chi vuole erigere ponti. E non mancano le polemiche
AMMINISTRATIVE, CATANIA
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CATANIA. “Mai stati così distanti”, Anthony Barbagallo l’ha voluto ribadire con estrema franchezza che tra lui ed Enzo Bianco i rapporti politici sono tesi da tempo. Il giorno dopo la sentenza della corte dei conti, che mette fuori gioco l’ex primo cittadino catanese e congela una candidatura a sindaco nata fuori da quel Fronte progressista che vede nel Pd catanese uno dei principali azionisti, nessuna edulcorazione. Nessuna ipocrisia. Nessun politichese. Semmai una chiusura ermetica. Ma il caso Bianco pone più di un interrogativo. 

Il caso Enzo Bianco

Innanzitutto politico. Che ne sarà della lista in dirittura d’arrivo Con Bianco per Catania, ora che il titolare del nome è impossibilitato a partecipare al voto? Il problema è serio e va inquadrato nella logica dei fratelli-coltelli. Perché se all’interno del Fronte progressista ci sono le versioni ufficiali di Pd e Movimento cinque stelle; dall’altra, l’ex primo cittadino della Primavera catanese, fondatore del partito del Nazareno, è riuscito ad agganciare Giancarlo Cancelleri, rappresentate del grillismo sia di lotta che di governo. 

E c’è di più, al fianco di Bianco (seppur con un ruolo defilato) c’è Angelo Villari, l’ex segretario provinciale dem entrato in rotta di collisione con Anthony Barbagallo (per poi candidarsi con Cateno De Luca alle Regionali) sulla scorta del rivolo penale della vicenda giudiziaria connessa al dissesto al Comune. Per la cronaca, i giudici corte dei conti hanno mostrato a Villari il cartellino rosso dell’interdizione dalla possibile carica di assessore.

Pontieri in campo 

Resta un vuoto da colmare, dunque. L’altro Barbagallo, Giovanni, fondatore anche lui del Partito democratico, con alle spalle una lunga militanza tra i cattolici democratici e la Cisl, ci sta comunque provando a erigere un ponte affinché l’alleanza che sostiene la candidatura dell’economista Maurizio Caserta possa accogliere la pattuglia bianchista.

“Fronte progressista, è il tempo dell’unità! – ha scritto sui social innescando il dibattito –  Sarebbero sbagliate eventuali risposte di rabbia! Le ripicche e i risentimenti vanno messi da parte! Maurizio Caserta è sicuramente un ottimo candidato alternativo alla destra! L’obiettivo di vincere con lui dovrebbe spingere a ritrovare le ragioni dell’unità!”. L’appello è partito, sebbene disperato e destinato cadere nel vuoto.

Il nostro giornale, nel frattempo, ha raccolto l’informazione che la lista che fa capo a Bianco, seppur decapitata, sarà confermata. Nei prossimi dovrebbe arrivare addirittura un annuncio. Forse il nome di un candidato sindaco alternativo.

Il sassolino nella scarpa

L’interrogativo morale. Fuori dal perimetro progressista, non mancano le polemiche. Sebastiano Arcidiacono, vicepresidente del consiglio comunale di Catania dal 2013 al 2018, si toglie qualche sassolino per scagliarsi contro le parole rilasciate da Bianco all’indomani della sentenza. 

“Troppo comodo – scrive – liquidare una stagione amministrativa, come se la sentenza di ieri sia stato un fulmine a ciel sereno, come prova a fare l’ex sindaco Enzo Bianco. Gli Alert della magistratura contabile e le pubbliche denunce del sottoscritto e pochi altri, di un andazzo autoreferenziale che portava diritti al baratro, sono durati quattro anni senza che mai fossero state approntate misure correttive. Guai a disturbare il manovratore era il mantra! Il risultato è noto a tutti; un pesantissimo dissesto che la città ancora paga, lasciato a gestire a chi è venuto dopo con la beffa di voler salire in cattedra a dare le pagelle”. 

E ancora: “La legalità praticata, e non solo declamata, non ammette – continua Arcidiacono – scorciatoie e le violazioni delle norme più elementari del diritto causano solo degrado e malcostume”.

L’ex vicepresidente fa appello anche alla recente lezione di Renna su legalità e politica. “I ripetuti appelli dell’arcivescovo hanno ribadito – insiste l’ex vicepresidente del civico consesso – che un amministratore pubblico deve avere una condotta limpida, trasparente e rispettosa delle regole. Abbiamo tutti il dovere di esercitare comportamenti esemplari, nessuno escluso, per dare ai giovani esempi di rigore e serietà e fare finalmente rinascere una città per l’Uomo, nel segno del rispetto per le regole e delle persone”. 


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