30 Agosto 2023, 05:01
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CATANIA – Una cosa su tutte il primo cittadino Enrico Trantino ha tenuto a rafforzare per smarcarsi dalla inevitabile polemica della dialettica politica. Alla base della presa di posizione nei confronti dei vertici dello scalo etneo “non esiste altra ragione a base della mia sollecitazione, se non gli interessi della città e dell’intero distretto”.
Un concetto ulteriormente ribadito a più riprese in queste ore. Ma qualunque sia la chiave di lettura che si voglia dare, c’è da fare i conti con una narrazione dei fatti diametralmente opposta a quanto, invece, sostenuto dai restanti soci: in primis, dal commissario della Camera di SudEst Belcuore che ha ribadito piena fiducia al Cda della Sac.
Entrando nel vivo della vicenda, Trantino lunedì mattina ha sviscerato la sua relazione. Otto cartelle nelle quali si sofferma sui giorni dell’incendio in aeroporto: “Abbiamo il dovere di interrogarci se siano state predisposte concrete strategie per affrontare compiutamente la criticità, e messe in atto tutte le iniziative necessarie per garantire la migliore assistenza all’utenza. Non possiamo però esimerci dal notare che nella relazione sull’incendio inviata da Sac, a p.2 si legge che il progetto di adeguamento antincendio del Terminal A è stato approvato da Enac, in linea tecnica nel 2018 e in linea economica il 09.03.2020, ma che gli adeguamenti sono in corso di esecuzione e devono concludersi entro il 7.10.2023. Senza anticipare temi che saranno sviluppati al termine dell’indagine, abbiamo il diritto di sapere da cosa dipenda il mancato adeguamento in una più breve tempistica”.
Ed ancora: “Non potremo mai misurare le conseguenze negative, ma sarebbe irresponsabile volerle derubricare a lieve incidente di percorso, come se nulla fosse accaduto. Un territorio che vive di turismo ha bisogno di sapere che tutti gli attori istituzionali che contribuiscono a determinare la narrazione, da cui dipende l’attrattività delle proposte di viaggio, abbiano posto in essere ogni adempimento in loro potere per evitare nocivi danni di immagine.
Rispetto agli organi rappresentativi di origine elettiva, sottoposti al giudizio degli elettori e dal cui consenso dipende il loro mandato, le società miste a partecipazione pubblica sono slegati da un rapporto diretto con gli utenti dei servizi; ma devono essere in grado di soddisfarne le aspettative, secondo criteri manageriali e di efficienza che tengano conto delle potenziali situazioni di rischio e delle risposte da attuare per marginalizzare i disservizi”.
“Recependo anche idee suggerite da terzi, abbiamo immediatamente proposto alcuni interventi che aiutassero a mitigare lo stato di malessere vissuto dagli utenti:
la realizzazione di una tensostruttura al P3, da destinare a area di prefiltraggio refrigerata (magari con offerta di bibite fresche e specialità del territorio), in modo da destinare al Terminal C solo coloro i quali dovevano imbarcarsi;
l’apposizione nelle aree esterne di nebulizzatori, che raffreddassero sensibilmente la temperatura offrendo refrigerio anche nelle giornate più calde;
la rinuncia alle royalties, in modo da calmierare i prezzi di vendita al bar del Terminal C, in cui le uniche bottiglie piccole di acqua fresca sono state vendute anche a €.3,70, suscitando plateali reazioni dei passeggeri, trasferite sui social network;
il trasferimento ai dipendenti di specifiche regole di condotta, affinché dessero la massima collaborazione a chi ne faceva richiesta: nei primi giorni ho sentito personalmente risposte insolenti che suscitavano l’ira degli utenti.
Anche il più banale degli accorgimenti, quali l’installazione di un banalissimo amplificatore collegato a diffusori acustici per gli annunci da dare ai passeggeri, rimaneva inascoltato proseguendosi nella strabiliante divulgazione delle comunicazioni attraverso un megafono e il passaparola.
Forse erano suggerimenti inattuabili o considerati inutili; ma almeno rivelavano una reattività rispetto ai disagi patiti dalla gente, che non è mai trasparsa in tutti i giorni della crisi”.
“Il recupero di credibilità si ottiene anche dalla capacità di sapere fare un passo indietro quando emerge la inattitudine manageriale degli organi decisori; che – si ribadisce – hanno mostrato totale passività rispetto ai gravi disagi patiti dagli utenti, che indeboliscono la reputazione di un territorio per effetto della moltitudine di recensioni negative. Parrebbe che qualcuno, alle sollecitazioni che giungevano dal sottoscritto attraverso terzi, abbia risposto “il Sindaco pensi ai rifiuti”.
E ha ragione. Ma la vera differenza è che io, senza risorse, assieme all’Amministrazione ci stiamo preoccupando di migliorare i servizi, arrivando a rovistare con le mie mani i rifiuti per identificare i colpevoli dei conferimenti irregolari; se naturalmente disponessi di 9 milioni di euro in bilancio, avrei già risolto il problema. Ma, almeno, agisco e reagisco. Dal 16 luglio al 6 agosto i passeggeri sono stati abbandonati al loro destino, nonostante i ripetuti appelli – anche formali – di istituzioni, associazioni di categoria, sindacati e migliaia di cittadini.
Unica risposta, il silenzio (oltre all’ordine ai responsabili Belfor di non dare informazioni a nessuno, incluso il Sindaco).
Adesso è il momento di trarre le conseguenze; poiché non è possibile che chi sbaglia si autoassolva. È solo una questione di buon senso e amore per il proprio territorio”.
“Da ultimo chiedo a nome della città di Catania e della Città Metropolitana, che l’intero CdA rassegni le dimissioni; anticipando che, nel caso in cui ciò non avvenisse, sarei costretto a intraprendere iniziative giudiziarie attraverso cui sollecitare una verifica, oltre che sugli inadempimenti rassegnati, anche sul rispetto della normativa antincendio e di sicurezza e in ordine a tutte le criticità amministrative e organizzative della società”.
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30 Agosto 2023, 05:01