Iblis, chiesti 355 anni di carcere |26 per il boss Di Dio, 17 per Fagone - Live Sicilia

Iblis, chiesti 355 anni di carcere |26 per il boss Di Dio, 17 per Fagone

Arrivano le richieste di condanna per boss, picciotti, imprenditori e politici coinvolti nel processo "Iblis". TUTTI I NOMI E LE RICHIESTE DI PENA

CATANIA – Nessuno sconto per gli accusati. Boss, picciotti, politici e imprenditori che sono rientrati nella sfera della famiglia mafiosa dei “Santapaola-Ercolano” devono essere condannati a più di 350 anni di carcere. Dopo una lunga e articolata requisitoria all’interno dell’aula bunker numero 3 del penitenziario di Bicocca, sono infatti arrivate le richieste dei Sostituti Procuratori Agata Santonocito e Antonino Fanara. I 23 imputati del processo “Iblis” che si svolge con le modalità del rito ordinario davanti la IV sezione penale presieduta dal giudice Rosario Grasso, sono accusati a vario titolo di associazione mafiosa, concorso esterno, estorsione e intestazione fittizia di beni.

Le pene più severe sono state chieste per il boss di Ramacca, Rosario Di Dio (26 anni e 8 mesi), e per il presunto capomafia Pasquale Oliva (28 anni). 17 anni per l’ex deputato regionale Fausto Fagone, 19 anni la richiesta per l’ex assessore e consigliere comunale di Ramacca Giuseppe Tomasello. Per gli imprenditori Santo Massimino, Francesco Pesce, Giovanni D’Urso e Sandro Monaco chieste pene che vanno da 12 a 20 anni. 21 anni con la contestazione di associazione mafiosa con l’aggravante di rivestire il ruolo di  capo promotore per Vincenzo Santapaola, figlio del capomafia ergastolano Nitto. I pm hanno chiesto anche la confisca di appartamenti, terreni e numerosi autoveicoli tra cui una 500 Abarth e una Ferrari California intestata a Giovanni D’Urso.

L’indagine. La lunga attività investigativa del Ros dei Carabinieri sotto il coordinamento della Procura di Catania prese il via nell’ormai lontano 2005, anno in cui, gli inquirenti misero sotto controllo Vincenzo Aiello. L’uomo, già condannato in passato per mafia, ricoprì secondo gli inquirenti fino all’ultimo arresto nell’ottobre 2009 il ruolo di capo provinciale di Cosa Nostra catanese. Sotto la lente d’ingrandimento finirono quindi i due livelli operativi della famiglia mafiosa dei Santapaola. Da un lato quello militare che si basa sul controllo dei vari quartieri e sulle ramificazioni in provincia, in particolare nei territori calatini di Ramacca e Palagonia e dall’altro il livello imprenditoriale, mansione quest’ultima che secondo l’accusa ricoprì proprio Vincenzo Aiello. Tra gli imputati sono finiti insieme a politici e faccendieri anche numerosi imprenditori che per l’accusa con la mafia avrebbero concluso affari a sei zeri.

I filoni processuali. L’inchiesta “Iblis” conta al momento oltre al procedimento ordinario tre filoni processuali separati. Raffaele Lombardo e il fratello, l’ex deputato autonomista Angelo saranno giudicati separatamente. Per l’ex Presidente della Regione l’accusa ha chiesto una condanna a 10 anni con l’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa e voto di scambio aggravato dall’articolo 7. In Corte d’Assise si svolge invece il processo che mira a fare luce sul duplice omicidio avvenuto nel 2007 dell’ex reggente operativo Angelo Santapaola e del gregario Nicola Sedici. Alla sbarra oltre a Salvatore Dibennardo, accusato di favoreggiamento, c’è Vincenzo Aiello, ritenuto dall’accusa il mandante e su cui pende la richiesta dell’ergastolo. Ultimo capitolo della complessa inchieste quello già approdato in Corte d’Appello. Il processo in questione, che si svolge con le modalità del rito abbreviato, aveva portato in primo grado a una pioggia di condanne ma anche all’assoluzione con formula dubitativa dell’ex deputato regionale Giovanni Cristaudo. Per lui l’accusa sostenuta dal Procuratore Generale Gaetano Siscaro in appello ha chiesto la condanna a 8 anni.

Tutte le richieste di condanna. Aiello Vincenzo 25 anni e 6 mesi, Brancato Giuseppe 4 anni, Buscemi Giovanni 16 anni, Carbonaro Angelo 12 anni, Cocuzza Rosario 4 anni, Di Dio Rosario 26 anni e 8 mesi, D’Urso Giovanni 20 anni, Ercolano Giuseppe (reato estinto per morte del reo), Ercolano Mario 14 anni, Fagone Fausto 17 anni, Filloramo Natale Ivan 21 anni e 4 mesi, Finocchiaro Carmelo 22 anni, Massimino Santo 12 anni, Mogavero Carmelo 3 anni e 8 mesi, Monaco Giuseppe 12 anni, Oliva Massimo, Oliva Pasquale 28 anni, Pesce Francesco 15 anni, Rindone Giuseppe 16 anni, Santapaola Vincenzo 21 anni e 4 mesi, Scinardo Mario 15 anni, Somma Tommaso 15 anni, Tomasello Giuseppe 19 anni.


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