Mafia, omicidio di un innocente: i racconti dell'orrore di Malvagna - Live Sicilia

Mafia, omicidio di un innocente: i racconti dell’orrore di Malvagna

Giuseppe Torre è stato torturato e bruciato nel 1992. Il processo Thor è entrato nel vivo.
CORTE D'ASSISE DI CATANIA
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CATANIA – Filippo Malvagna è il killer pentito che ha raccontato l’omicidio di Giuseppe Torre, appena 18enne. Nel freddo inverno del 1992 i sicari del gruppo del Malpassotu (alias Giuseppe Pulvirenti, ormai scomparso) hanno attirato il giovane fingendosi esponenti delle forze dell’ordine e poi lo hanno sequestrato. Volevano informazioni sul covo di Gaetano Nicotra, all’epoca latitante. Il rivale mafioso aveva una relazione con la madre di Torre, che però da tempo viveva con i nonni. Infatti nemmeno le torture più strazianti portarono delle risposte. Giuseppe fu ammazzato nel modo più terribile. Bruciato in mezzo ai copertoni nella sciara etnea. Alcuni raccontano di aver visto i piedi muoversi. Forse quando è stato appiccato il fuoco era ancora vivo. 

Malvagna è stato nuovamente sentito. Il film dell’orrore è stato nuovamente riportato alla luce dopo 30 anni. Il collaboratore è stato uno dei testi dell’accusa nel processo ordinario Thor che si celebra davanti alla prima sezione della Corte d’Assise e che per questo omicidio vede imputato Alfio Adornetto, l’uomo che avrebbe dato le informazioni per prelevare Torre in piazza Dante. 

L’omicidio del giovane misterbianchese era già stato chiuso con i processi del filone Ariete, ma mancava un riscontro per l’imputato. Un riscontro che è arrivato quando si è pentito Francesco Squillaci, ‘martiddina, ascoltato anche lui come teste del pm. Il collaboratore avrebbe addirittura ricevuto le confidenze di Adornetto, in merito a una scampata condanna. 

Ma l’esame di Squillaci è servita anche a tracciare i contorni per l’omicidio di Vito Bonanno, ammazzato nel 1995 davanti all’Etna bar e che vede imputato Enzo Santapaola, figlio di Turi. Sarebbe stato ammazzato per vendicare il pentimento di Giuseppe Pulvirenti. La sua colpa, insomma, sarebbe stata quella di far parte del gruppo di Guidotto, un ex fedele del capomafia morto alcuni anni fa in un incidente stradale . “Ci sarebbe stato il piano di uccidere tutti gli ex malpassutu”. Sempre per questo omicidio sta affrontando il processo abbreviato Benedetto Cocimano, componente all’epoca del gruppo di fuoco di Maurzio Zuccaro (già condannato per questo delitto). La tesi accusatoria è che Enzo Santapaola avrebbe dato l’ordine al cognato Zuccaro. 

Si torna in aula il 21 dicembre. 


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