Catania

Catania, narcos e cani sciolti: comincia il processo d’appello

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25 Giugno 2022, 17:38

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CATANIA – Il blitz Shoes della Guardia di Finanza è scattato in piena pandemia Covid. I militari del Gico sono riusciti a mettere sotto scacco due ‘imprese’ della droga organizzate in due parti (distanti) della città: San Leone e via Alogna, a pochi passi dalla strada Ottantapalmi. E quando si parla di via della Concordia si parla del ‘regno di Turi Amato, boss di Cosa nostra’. Tra i nomi nel mirino delle fiamme gialle infatti è finito anche il nipote del capomafia, sposato con Grazia Santapaola (la cugina del padrino Nitto). Sono le intercettazioni il cuore pulsante dell’inchiesta che ha fotografato gli affari criminali di Giuseppe Vasta (detto Bakù) per San Leone e di Sebastiano (Daniele) Sozzi per via Alogna. Il nome dell’operazione trae ispirazione dai dialoghi dei trafficanti che molte volte per riferirsi alla droga parlavano di “scarpe”. 

Dalle indagini è scaturito il processo che si è diviso in due tronconi. Il rito abbreviato è terminato con diverse condanne – anche pesanti – del gup (LEGGI I NOMI). La sentenza è stata impugnata ed è cominciato il secondo grado davanti alla Corte d’Appello presieduta dal giudice Alessandro D’Agnino. L’accusa è rappresentata dai pg Angelo Busacca e Iole Boscarino. Il processo è stato solo incardinato. Insomma per entrare nel vivo si dovranno attendere le prossime udienze già fissate. A luglio si discuteranno alcune proposte di concordato per i ‘pusher’. Per chi ha contestato il reato associativo è stata esclusa l’ipotesi di poter “concordare le pene”. 

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La requisitoria dei due magistrati, a questo punto, sarà dopo la sospensione “estiva” dei procedimenti. Insomma in autunno. 

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25 Giugno 2022, 17:38

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