CATANIA – Uno straordinario evento. Compatibile con un neutrino dell’energia stimata di circa 220 PeV (220 x 1015 elettronvolt o 220 milioni di miliardi di elettronvolt). Fornisce la prima prova che nell’universo vengono prodotti neutrini di energie così elevate.
Il neutrino dei record
Un lungo e accurato lavoro di analisi e interpretazione dei dati sperimentali. Ieri, la Collaborazione scientifica internazionale KM3NeT riporta i dettagli di questa scoperta in un articolo pubblicato su Nature. Si è sondato un intervallo di energia e sensibilità in cui i neutrini rivelati potrebbero avere origine da fenomeni astrofisici estremi.
Il nuovo eccezionale risultato è stato presentato anche nell’aula magna del Dipartimento di Fisica e Astronomia dell’Università di Catania. Dalle ricercatrici e dai ricercatori dei Laboratori Nazionali del Sud e della Sezione Infn, e dell’Università di Catania che lavorano all’esperimento. La collaborazione internazionale KM3NeT vede infatti i Laboratori Nazionali del Sud e la Sezione di Catania dell’Infn tra i protagonisti principali.
L’idea nata a Catania

L’idea di realizzare un telescopio sottomarino al largo di Capo Passero nasce proprio a Catania oltre 25 anni fa. Grazie al supporto dell’Infn e alla sinergia con l’Università di Catania. E oggi, grazie anche ai finanziamenti del Fondo Europeo per lo Sviluppo Regionale della Regione Siciliana (Idmar) e del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (km3net4rr), la Sicilia diventa protagonista della scena scientifica internazionale.
L’evento dal titolo “Dalle profondità del Cosmo alle profondità del Mediterraneo”, aperto al pubblico, è stato introdotto dal direttore dei Laboratori Nazionali del Sud – Infn Santo Gammino, dalla direttrice della sezione Infn di Catania Alessia Tricomi e dal direttore del Dfa Stefano Romano. Che hanno illustrato, insieme alle ricercatrici ed ai ricercatori della Collaborazione, il fondamentale contributo prestato dalle strutture di ricerca catanesi al successo del progetto.
“Momento di grande orgoglio”
“È un momento di grande orgoglio per la comunità catanese dei fisici, rappresentata dal dipartimento “Ettore Majorana” e dalle due realtà dell’Istituto nazionale di fisica nucleare – ha sottolineato il direttore Stefano Romano -.
Ma è un vanto anche per la nostra città e la nostra regione, l’idea del rilevatore di neutrini nasce infatti qui in Sicilia, e questa scoperta rappresenta l’ennesima dimostrazione che la sinergia tra l’Università, come luogo di formazione, e gli enti di ricerca come Infn, può portare a risultati di eccellenza a livello mondiale”.
“La visione di Migneco”

Il rettore Francesco Priolo, in collegamento da Roma, è intervenuto anche nella sua qualità di vicepresidente della Crui con delega alla Ricerca. “Per me è un particolare piacere ed onore essere qui nel momento dell’annuncio – ha detto – perché questa scoperta è un grande orgoglio per la ricerca italiana, e anche per il nostro Ateneo che continua a partecipare a questo sforzo.
Un impegno che ha incontrato successo perché negli anni è stato realizzato grazie alla collaborazione di tanti enti e al sostegno delle istituzioni. Da fisico ho visto nascere questa iniziativa, quindi le mie congratulazioni più grandi vanno a Emilio Migneco: grazie alla sua visione oggi abbiamo il primo risultato importante, il primo di una lunga serie”.