17 Novembre 2022, 19:55
2 min di lettura
Questa è la storia di un amore impossibile. Di quelli che entri al cinema di buonumore e ne esci devastato da un Niagara di lacrime. Di quelli che, in confronto, con la coppia Di Caprio-Winslet, sulla tolda del Titanic, al massimo, ti viene da piagnucolare un po’. E Romeo e Giulietta, se paragonati, compongono una vicenda, sì, un po’ tristanzuola, ma non sovrapponibile al presente dramma. E’ la storia dell’amore impossibile, in politica, tra Cateno De Luca e Renato Schifani. Se solo osassero… Il presidente della Regione palermitano avrebbe basi più confortanti e non quella specie di corrida che è la sua maggioranza (?). Il suo tenace avversario messinese potrebbe condizionare la giunta e la rotta, sfruttando la fragile costituzione della cabina di comando.
Ma entrambi coltivano altre relazioni che rendono, appunto, impossibile il lieto fine. Renato è istituzionalmente maritato alla politica tradizionale. Ed è con la fede nuziale della politica che affronta le sue battaglie più impervie. Ogni asperità si può smussare, se si è tra persone di buona volontà. Ogni acerrima disfida sa trasformarsi in un compromesso, che non vuol dire ‘inciucio’. Vuol dire: partiamo da A e da Z, ma vediamo di incontrarci dalle parti di M. E’ comunicazione, l’arte che evita guerre sante e pastrocchi.
Cateno è indissolubilmente avvinto all’anti-politica e si tratta della scelta di marketing di uno che, nel terreno spigoloso della politica, sa giocarci benissimo. Ogni regno ha il suo grillismo. Ogni monarca ha la spina nel fianco del suo ‘vaffa’. Scateno si è acquartierato in trincea, nella sacra unione di pancia e protesta, occupandola efficacemente con le sue truppe. Un ruolo che corrisponde ai suoi dati caratteriali più sinceri. De Luca non finge: è inc… davvero.
Eppure, a dispetto delle evidenze, quei mondi lontanissimi hanno cominciato a osservarsi con fattezze meno truci. Cateno invia una nota polemica, senza però esagerare troppissimo, Renato replica con aplomb, senza caricare la risposta a pallettoni di sdegno. Siamo distanti dai giorni in cui Schifani disse: “Paura di Cateno De Luca? Ma no, è un guitto e un giullare. Siamo seri, il centrodestra ha il suo stile, gli elettori sono persone serie”. Ma era la campagna elettorale. E, ancora oggi, De Luca non è tenero col governatore, però addita soprattutto Micciché, l’uomo nero dell’attuale governo.
Forse, non basterà. Non sarà sufficiente la mezza mano tesa da Palazzo d’Orleans: “Con l’onorevole Cateno De Luca avremo modo di incontrarci e di confrontarci fattivamente sui problemi della Sicilia. Attendiamo prima di giudicare”. Perché è la natura delle cose, dei percorsi e dei risentimenti a vincere sempre. Chissà se ci saranno mai strapuntini e sorrisi a lume di candela. E’ più probabile, ahinoi, che rimanga la separazione incommensurabile tra l’aplomb e il ‘vaffa’. Come la distanza che, infine, trionfa nella trama di un amore impossibile, negli sguardi di lancinante rimpianto tra una strada e un balcone. Prepariamo i fazzoletti. (Roberto Puglisi)
Pubblicato il
17 Novembre 2022, 19:55