Centri commerciali bersaglio rosa | Escalation di furti al femminile - Live Sicilia

Centri commerciali bersaglio rosa | Escalation di furti al femminile

Colpi in aumento nei mega store del capoluogo, da Brancaccio allo Zen, fino al Poseidon di Carini. Sorprese dagli addetti alla sorveglianza, sempre più donne tentano di scappare con capi d'abbigliamento, biancheria intima, profumi.

PALERMO – Cosmetici, profumi, creme per il corpo, vestiti. E ancora biancheria intima, casalinghi, prodotti per la casa. Furti rigorosamente al femminile nei centri commerciali della città, dove sempre più spesso gruppi di donne entrano in azione sperando di passare inosservate alla cassa. E invece, altrettanto sempre più spesso, vengono colte in flagrante dagli uomini della sorveglianza e finiscono nei guai dopo essere state trovate letteralmente con le mani nel sacco.

Un fenomeno in escalation che rende necessario, quasi quotidianamente, l’intervento delle forze dell’ordine nei grandi centri di distribuzione del capoluogo. Ultimo, in ordine di tempo, quello per un furto sfociato in rapina all’Oviesse di corso Calatafimi: una ragazza di vent’anni è stata sorpresa mentre tentava di scappare con una borsa piena di profumi per mille euro dal negozio “Limoni”. Bloccata dal direttore e dall’addetto alla sorveglianza ha cercato di divincolarsi in tutti i modi, al punto da dare vita ad una colluttazione. E’ stata arrestata dalla polizia.

Ladre senza scrupoli anche all’Ipercoop del centro commerciale Forum, preso di mira sempre più frequentemente. Pochi mesi a finire nei guai nell’ipermercato di Brancaccio è stato un gruppo di quattro amiche. Da Lercara Friddi erano giunte in città col chiaro obiettivo di rifarsi il guardaroba. Nei sacchetti per la spesa avevano nascosto cosmetici e vestiti per circa cinquecento euro, ma all’occhio delle telecamere del negozio non è sfuggito nulla e per loro sono scattate le manette con l’accusa di furto aggravato, visto che si erano impossessate di diversa merce anche in altri negozi di abbigliamento e calzature del centro di via Pecoraino, da “Zara” ad “H&M”, fino a “Scarpe & Scarpe”.

Due donne palermitane sono invece entrate in azione a maggio al centro commerciale “La Torre” di Borgo Nuovo. Avevano preso di mira, anche in questo caso, un negozio di abbigliamento. Con aria disinvolta hanno nascosto nelle loro borse alcuni capi, due top e due paia di “leggins”, ma ancor prima di uscire dall’attività commerciale sono state bloccate dai vigilantes e la loro mattinata si è conclusa in questura.

Al “Conca d’Oro” sono state due sorelle ad essere arrestate. Due donne di 48 e 51 anni: con loro c’era la nipote, una sedicenne, per la quale è scattata la denuncia. Le due sono invece finite in manette dopo aver nascosto biancheria intima nelle borse, sottratta in un negozio. Ma nel centro commerciale dello Zen in passato sono entrate in azione pure due ragazze “accompagnate” dai rispettivi fidanzati. Si trattò di un bottino “tecnologico”. Le due coppie avevano rubato prodotti hi-tech dagli scaffali dell’Auchan e dopo aver rimosso la placca anti taccheggio all’interno dei camerini sono stati bloccati dalla sorveglianza.

Madre e figlia palermitane in trasferta, invece, a Bologna. Rispettivamente di 45 e 25 anni, sono state arrestate per un furto all’Oviesse di un centro commerciale, da cui erano riuscite a scappare salendo a bordo di un’auto. La loro fuga è stata breve: il personale del negozio e i clienti hanno fornito una descrizione precisa delle due, individuate poco dopo dalla polizia. Ladre che tengono alla linea, invece, nella zona di via Oreto a Palermo. Nel mirino di due giovani amiche è finito alcuni mesi fa un supermercato da cui le due ragazze sono fuggite con la confezione di una costosa crema anti cellulite. In questo caso le taccheggiatrici sono riuscite a fare perdere le proprie tracce. Preso di mira anche il “Poseidon” di Carini, dove una donna di 40 anni è entrata in azione insieme al marito. Una passeggiata tra gli scaffali, un’occhiata a destra, un’altra a sinistra, poi il movimento fulmineo con cui si era impossessata di vari cosmetici. Poco prima aveva anche indossato alcuni indumenti in un camerino coi quali intendeva scappare. E invece, all’uscita, ad attendere lei e il marito c’erano i carabinieri.


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