30 Marzo 2015, 18:24
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PALERMO – Non si conoscono ancora le motivazioni, ma il Tribunale del Riesame ha annullato l’obbligo di firma per i 17 appartenenti al centro sociale Anomalia-Ex Karcere. Non ha retto, dunque, l’ipotesi di associazione a delinquere contestata dalla Procura. A presentare il ricorso dinanzi a tre differenti collegi è stato l’avvocato Giorgio Bisagna.
“Respingiamo il teorema centro sociale/associazione a delinquere – aveva detto il legale -. Anomalia è una realtà che opera nei quartieri popolari promuovendo cittadinanza attiva con attività sportive dopo scuola e momenti aggregativi per gli ultimi. Ridurre quest’esperienza ad una dimensione delinquenziale latamente eversiva – proseguiva – è operazione che contesteremo nelle sedi giudiziarie. Il teorema della Procura peraltro è stato ridimensionato dal Gip che non ha accolto la richiesta di custodia cautelare formulata a carico di diversi indagati né ritenuto applicabile il 1 comma dell’art.416″.
E il Riesame gli ha dato ragione nonostante i pubblici ministeri fossero stati piuttosto duri. Leggendo le accuse ci si confrontava con un bollettino di guerra: traumi cranici, mandibole fratturate e punti di sutura. Non era andata bene alle forze dell’ordine intervenute durante le manifestazioni non organizzate. In tanti erano finiti in ospedale. Ecco perché la Procura parlava di “un gruppo ben definito che ha mutato progressivamente il proprio atteggiamento da quello di dura protesta e disobbedienza nei confronti delle istituzioni locali, alla adozione di modalità di contrasto sempre più concrete e sempre più violente”. Ed ancora: “Sebbene appare evidente che tale gruppo, seppure ben strutturato, non ha ancora acquisito capacità di sovversione o di terrorismo, tuttavia sono stati registrati una molteplicità di episodi che denotano le potenzialità dell’organizzazione nel dirigere la piazza e le tensioni che in essa si esprimono verso un contesto di rabbia sociale che ben potrebbe sfociare in episodi ben più gravi e pericolosi e verso cui occorre intervenire per porvi un freno”.
Oggi il Riesame fa segnare, però, un punto a favore della difesa, annullando le misure cautelari per tutti e diciassette gli indagati: Giuseppe Vitale, Luigi Spera, Giorgio Martinico, Alessio Marziano, Gaetano Mazzola, Salvatore Pirrone, Gabriele Lo Dico, Emiliano Spera, Chadli Aloui, Emanuele Cardella, Gaetano La Barbera, Elisabetta Di Patti, Carlo Mancuso, Melina Tomasi, Valerio Lupo, Simona Maria Adele Paladino.
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30 Marzo 2015, 18:24