PALERMO – Il primo incontro, in mattinata, si terrà a Palazzo dei Normanni. Gli altri avranno come scenografia quella della Capitale. Il centrodestra siciliano inizia a sciogliere un po’ di nodi in vista delle prossime elezioni. E lo farà sul binario Roma-Palermo che oggi sarà caldissimo.
C’è sopratutto da mettere un punto alla vicenda delle elezioni amministrative del capoluogo. Il commissario regionale degli azzurri Gianfranco Micciché e il capogruppo Marco Falcone stamattina incontreranno i deputati regionali. Quasi certamente faranno il punto con loro sulla “vicenda-Ferrandelli”. Micciché avrebbe ricevuto da Berlusconi l’alt a qualsiasi operazione che preveda la cancellazione del simbolo di Forza Italia. Anche alcuni recenti – e discussi – sondaggi avrebbero comunque fatto emergere che i voti di quell’elettorato sono ancora legati alla bandiera di Forza Italia. Così, oggi a Ferrandelli potrebbe essere recapitato una specie di ultimatum: sì ai simboli dei partiti, o niente sostegno. Un “avvertimento” che, a dire il vero, potrebbe anche cadere nel vuoto, visto che lo stesso Ferrandelli ha escluso negli ultimi giorni l’alleanza con Micciché.
Ieri però erano trapelate notizie su un accordo nuovamente vicino tra il centrodestra e l’ex deputato Pd. Immediatamente smentite dallo stesso Micciché, oltre che dal leader del Cantiere popolare Saverio Romano. A favore del sostegno a Ferrandelli sarebbero però ancora alcuni moderati, come gli ex cuffariani oggi nell’Udc di Cesa. Ma lo stesso leader nazionale centrista nel pomeriggio parteciperà ad alcuni incontri romani. Presenti i leader (anche nazionali) di Forza Italia e quello del Cantiere popolare Saverio Romano. L’indiscrezione trova conferma tra esponenti dei vari schieramenti coinvolti. Come detto, una volta verificato il quasi certo “no” di Ferrandelli all’approdo dei simboli del centrodestra tra le sue liste alle Comunali, i partiti scioglieranno il nodo. Tutto porta, insomma, alla scelta di Gaetano Armao, che a quel punto rinuncerebbe alle primarie del centrodestra dove è stato proposto da alcuni movimenti sicilianisti, ma che potrebbe, in caso di esito non felice delle elezioni palermitane, rilanciarsi anche in occasione delle politiche.
Elezioni, quelle, in occasione delle quali si rafforzerà l’asse tra Saverio Romano e Gianfranco Micciché. Una sintonia resa esplicita anche con un comunicato stampa di pochi giorni fa. E non è un mistero che il Cantiere popolare e Forza Italia siano i partiti del centrodestra che guardano con maggiore scetticismo allo strumento delle primarie. Proprio lo strumento individuato dai partiti della coalizione (quale coalizione? verrebbe da chiedere) per scegliere il prossimo candidato alle elezioni regionali. Non è un caso che l’incontro per discutere le regole delle primarie del centrodestra, inizialmente previsto per questa settimana, sia slittato alla prossima. A lunedì, per la precisione. Quando potrebbe essere già tardi. Un pezzo di Forza Italia, infatti, non vuole le primarie. E ha espresso il proprio “no” anche in occasione del recente esecutivo regionale del partito.
Entro lunedì, si saprà qualcosa di più anche in questo senso. E potrebbe registrarsi il primo, vero strappo nella coalizione. Nello Musumeci, ad esempio, che ha lanciato tre giorni fa da Caltagirone la sua candidatura alle primarie si è detto, sostanzialmente, pronto ad andare avanti da solo nel caso in cui le primarie stesse non si svolgessero. “No alle investiture romane”, ha detto. Ma proprio stasera, a Roma, si deciderà un pezzo del futuro del centrodestra siciliano.
