Cgil: “Mezzogiorno fermo |Ripartano gli investimenti”

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03 Giugno 2015, 16:30

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PALERMO – Per fare ripartire gli investimenti nel Mezzogiorno occorre svincolare la spesa dai vincoli del Patto di stabilità. Ma non è l’unico intervento che può servire a risollevare le sorti del Sud del Paese. “Strumenti come la decontribuzione introdotta dal Jobs act vanno indirizzati su precise tipologie di impresa e su determinate aree geografiche”: lo ha detto il segretario generale della Cgil Sicilia, Michele Pagliaro, aprendo la Conferenza della Cgil Sicilia su “Il Sud per rilanciare il Paese”, organizzata per riflettere e dare un contributo sulle strade da seguire per la ripresa del Sud e per chiedere che “il Mezzogiorno torni al centro dell’Agenda politica del Paese”. Invertire una tendenza che ha registrato negli ultimi anni un crollo degli investimenti nel Mezzogiorno, calati dal 2007 al 2014 del 29,7% in Italia, del 36,7% nel Mezzogiorno e del 38,8% in Sicilia, per Pagliaro , “significherebbe anche cercare di rimediare a una situazione che ha visto negli ultimi anni il crollo del 40% in Sicilia della capacità produttiva e del manifatturiero collegato. Non basta aprire aree di crisi complesse, – ha sottolineato Pagliaro- ma bisogna intervenire partendo dal ruolo delle società pubbliche che hanno sede in Sicilia”. Laddove ci sono risorse disponibili queste vanno invece sbloccate. “Ci sono 506 cantieri fermi in Sicilia per una spesa di 5 miliardi- ha detto Pagliaro- e noi chiediamo che vengano messe in atto tutte le azioni possibili per sbloccarli e fare ripartire peraltro un settore come l’edilizia di cui è nota la funzione anticiclica”. La Cgil ritiene che occorra puntare anche “sulle manutenzioni, a partire dalle strade, e sulla messa in sicurezza del territorio, per evitare che si ripetano problemi come quelli del viadotto Himera”. Ma anche su infrastrutture innovative come la banda larga e sulla valorizzazione di settori produttivi come l’agricoltura e il turismo . Tutto questo passa anche per il buon utilizzo dei Fondi europei: 10 miliardi disponibili tra vecchia e nuova programmazione, “che vanno impiegati evitando una eccessiva parcellizzazione della spesa, ma agendo su precise strategie e secondo una visione di insieme”. Domani Pagliaro svolgerà la relazione, prima degli interventi dei sindacalisti delle regioni del sud, degli economisti e delle conclusioni di Susanna Camusso.

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03 Giugno 2015, 16:30

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