08 Settembre 2021, 18:32
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Ha scelto il silenzio Emanuele Impellizzeri. Nessuna dichiarazione durante l’udienza di convalida del gip di Firenze, Angela Fantechi. Forse una strategia difensiva per non aggravare ancora di più la sua posizione. Anche se la sua legale ha detto ai giornalisti che la scelta di avvalersi della facoltà di non rispondere è dovuto solo al fatto di essere sotto choc e in futuro “collaborerà”.
Il catanese è accusato dell’omicidio di Chiara Ugolini, trovata morta in casa dal suo fidanzato a Calmasino, in provincia di Verona. Il giudice per le indagini preliminari toscano ha convalidato il fermo di Impellizzeri e – dichiarandosi non competente territorialmente – ha passato gli atti alla magistratura veronese che sta coordinando l’inchiesta dei carabinieri.
Un’inchiesta che non si è mai fermata. In attesa della relazione del medico legale che si è occupato dell’autopsia nelle ultime ore sono arrivate altri elementi che sgretolano l’ipotesi di una spinta (come raccontato da Impellizzeri dopo il fermo) o di una caduta come causa della morte della 27enne. Chiara avrebbe avuto uno straccio imbevuto di candeggina (o altra sostanzia corrosiva) in bocca. La giovane ragazza presentava un’unica fuoriuscita di sangue che sarebbe compatibile una emorragia interna.
Per i pm di Verona Impellizzeri, che è detenuto nel carcere di Sollicciano, ha agito con crudeltà e per motivi abbietti. Il catanese sarebbe riuscito a introdursi nell’appartamento di Chiara al terzo piano dello stesso palazzo dell’indagato attraverso un terrazzino da cui avrebbe avuto accesso da una delle finestre di servizio della scala. Quando Chiara mentre si stava vestendo per tornare a lavoro dopo la pausa si è accorta della presenza del vicino sarebbe nata una colluttazione. Il 38enne aveva infatti graffi in faccia e sul collo. L’aggressione mortale è avvenuta in cucina. Lì dove si è fermato anche il cuore di Daniel, quando domenica sera l’ha trovata senza respiro.
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08 Settembre 2021, 18:32