Chiesa che vorrei impazzita di gioia…

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01 Ottobre 2010, 18:12

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(rp) Scriveva David Maria Turoldo, sacerdote dal cuore infinito: “Io voglio sapere se ci sono ancora gli assoluti o se io sono sacerdote di colpevoli illusioni, se è vero che saremo finalmente liberi se saremo ancora liberi se saremo mai liberi”.
Anche noi siamo appesi a un “se”. Vogliamo sapere se è veramente successo. Se davvero è accaduto: un uomo di Dio che caccia una donna dall’altare, perché “peccatrice”, perché divorziata. Non ne facciamo una questione di regolamenti di cui, oltretutto, abbiamo poche nozioni ecclesiali di catechismo. Ma ci pare di avere sentito la presenza di un comandamento più forte di tutti in quelle lezioni adolescenziali di catechesi – prima dell’agognata partita di pallone nei campetti dell’oratorio – la lezione dell’amore e della carità. E ci sembra di ricordare che Gesù amasse consolare le puttane, mentre era severissimo con i sepolcri imbiancati, con i farisei, con i potenti, con coloro che non perdonavano la pagliuzza negli occhi degli altri, con i ricchi Epuloni, con tutti quelli che non volevano amare. Potevano. E non volevano.

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Siamo appesi a un “se” triste e malinconico. Se questa vicenda è accaduta, se le porte si sono chiuse per una “peccatrice”, se un uomo di Dio ha tracciato una line rossa tra il gregge e la pecora nera presunta…. Se è successo, la chiesa palermitana forse non è pronta in ogni suo membro ad accogliere la veste candida del Santo Padre nel suo significato più profondo, nella sua valenza simbolica di speranza e verità. E se non è pronta assisteremo a una kermesse religiosa o poco più.
Noi speriamo il contrario. E spargiamo sulle ferite un altro verso di David Maria Turoldo: “Mia chiesa amata e infedele, mia amarezza di ogni domenica, chiesa che vorrei impazzita di gioia,  perché è veramente risorto”.

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01 Ottobre 2010, 18:12

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