18 Dicembre 2020, 16:36
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Aggiornamenti e voci di corridoio continuano a rincorrersi, ma sembrano emergere alcuni punti fermi: il governo adotterà la linea dura e “dovremo passare il Natale ognuno a casa propria”. Le parole lapidarie sono quelle del ministro per gli affari regionali, Francesco Boccia, in attesa di sentire il premier Giuseppe Conte che secondo diverse fonti parlerà agli italiani stasera. L’ultimo scoglio prima della decisione finale sarebbe un confronto con le Regioni previsto per le ore 18.
Poi diventeranno concrete quelle che finora sono state solo ipotesi. Su La Repubblica si legge che la più accreditata prevedrebbe un’unica zona rossa nazionale dal 24 al 27 dicembre, dal 31 dicembre al 3 gennaio, e infine il 5 e il 6 gennaio. Nei quattro giorni esclusi dalla lista invece vigerebbero le prescrizioni della zona arancione. Conti alla mano, si tratterebbe di dieci giorni di lockdown e quattro di chiusure parziali.
Quanto alle parole del ministro Boccia, in realtà l’esecutivo avrebbe optato per una piccola apertura finale che le testate nazionali definiscono risultato di un duro scontro in Consiglio dei ministri: durante le vacanze gli invitati sarebbero ammessi ma in numero ridottissimo, soltanto due persone più eventuali giovanissimi sotto i 14 anni al loro seguito. Nell’ottica di rendere i controlli più agevoli possibili, non sarebbe prevista nessun’altra eccezione.
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Come prescritto dal Dpcm che regolamenta la suddivisione dell’Italia in zone, nei dieci giorni ‘caldi’ chiuderanno ristoranti, bar e negozi, e sarà vietata la circolazione per ragioni non essenziali. Le uniche motivazioni valide alla base degli spostamenti dunque saranno quelle di salute, di lavoro o legate alle già citate deroghe per gli invitati. In ogni caso, tutto andrà motivato per iscritto con un’autocertificazione e non dovrebbe essere consentito allontanarsi dal proprio Comune.
Verrà comunque adottata una linea rigorosa anche nei giorni considerati meno a rischio, ovvero il 28, il 29 e il 30 dicembre, e poi il 4 gennaio: come già successo in Sicilia durante il ‘periodo arancione’ resteranno chiusi bar e ristoranti, ma saranno aperti i negozi. La circolazione all’interno del proprio Comune sarà consentita, gli spostamenti in altri centri no, se non con un’unica eccezione: ci si potrà muovere dai Comuni al di sotto dei cinquemila abitanti, ma non verso i capoluoghi e comunque entro un raggio di 30 chilometri al massimo.
A vigilare sulla corretta osservanza dei provvedimenti saranno “almeno settantamila tra donne e uomini della polizia e dei carabinieri”, come ha detto il sottosegretario al ministero dell’Interno Achille Variati durante la trasmissione radio L’Italia s’è desta. “Per fare in modo che il loro lavoro sia efficace bisogna stare attenti a non mettere troppe deroghe, le regole devono essere chiare”.
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18 Dicembre 2020, 16:36