Formazione, scandalo Ciapi | Arriva una nuova condanna

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29 Ottobre 2016, 05:30

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PALERMO – In appello ottiene un piccolo sconto di pena. Domenico Di Carlo è stato condannato a due anni e sei mesi. Si tratta di uno dei tronconi processuali nati dall’inchiesta che ha travolto il Ciapi di Palermo. Di Carlo rispondeva di corruzione, turbativa d’asta e violazione delle regole sul finanziamento dei partiti. In passato aveva già patteggiato l’ex assessore regionale al Territorio, Gian Maria Sparma. E nei giorni scorsi il Tribunale ha condannato diversi imputati, fra cui l’imputato principale, il manager Faustino Giacchetto (8 anni e un mese).

La posizione di Di Carlo era stata separata perché aveva scelto di essere processato con il rito abbreviato. L’imputato è stato componente del direttivo del Consorzio Asi di Palermo, per conto del quale ha gestito il progetto “IN.LA” Sicilia, membro del Cda della Gesap e segretario amministrativo del partito Popolari Italia di Domani. Incarico da cui si era dimesso.

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Secondo l’accusa, il prezzo della sua corruzione sarebbero state due buste contenente 5 mila euro in contanti – è stato l’imprenditore Sergio Colli, a dichiarare di avergliele consegnate – e il pagamento di materiale elettorale in favore del partito Cantiere popolare in occasione della amministrative di Palermo nel 2012. Tutte ipotesi che Di Carlo ha sempre respinto, presentando anche una copiosa documentazione che, però, non ha fatto breccia sui giudici di primo e secondo grado.

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29 Ottobre 2016, 05:30

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