Citofonate, violenza e litigi | Lo stalking vissuto da una bimba

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07 Febbraio 2012, 19:09

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Chiamava di notte e citofonava. Stazionava davanti casa. Saliva e non voleva più scendere, neanche dietro la minaccia dell’intervento della polizia. Litigava con la moglie, ha rotto un intero servizio di piatti e tirato via le tende. L’uomo in questione è accusato di stalking e il processo si celebra di fronte alla quinta sezione penale del tribunale di Palermo.

“Era una furia, sbatteva la testa contro i quadri” dice il padre della donna. “Litigavano continuamente e la bambina non voleva andare con lui”. Perché in tutta questa storia la vera vittima è una piccola di 7 anni che, secondo quanto sottolineato dalla parte civile, ha riportato problemi ai denti a causa del continuo digrignare dalla paura. Ancora oggi porta costantemente le mani a coprire le orecchie come se non volesse più sentire niente e continua a bagnare il letto di notte. Ma lei, la piccola, non è sua figlia. È nata da una relazione anteriore, poi la madre ha incontrato l’uomo con cui si è sposata nel 2007. Subito dopo l’uomo ha ottenuto anche l’adozione della piccola che è così diventata sua figlia a tutti gli effetti.

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Ma il matrimonio non è durato, già l’anno dopo si parlava di separazione, e così è stato. Ma l’uomo è rimasto particolarmente legato alla bambina tanto da aver chiesto, e ottenuto, di vederla una volta la settimana. Ma nel 2009 è arrivata la revoca dell’adozione. L’uomo, così, sarebbe andato fuori di testa e in questo contesto sarebbe nata la denuncia per stalking. Secondo la difesa, infatti, l’uomo sarebbe stato attirato in una trappola per ottenere il pagamento degli alimenti.

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07 Febbraio 2012, 19:09

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