Claudio Fava: “San Cristoforo non |appartiene a Mazzei e Santapaola”

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11 Ottobre 2017, 00:56

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CATANIA – “San Cristoforo non appartiene né ai Santapaola né ai Mazzei, ma alle donne e agli uomini che vogliono vivere qui a testa alta”. Il palco di Claudio Fava è piazzato a cento passi da via Belfiore, cuore del quartiere popolare che taglia in due la città, tappezzato a festa con i manifesti di Riccardo Pellegrino. Il giovane consigliere comunale ha lanciato la sfida due giorni fa proprio dallo stesso palco, con più palloncini però, striscioni e stand, un’apertura di campagna elettorale all’americana nel quartiere in cui è cresciuto. Il fratello di Riccardo Pellegrino è imputato di associazione mafiosa, ritenuto molto vicino al boss Nuccio Mazzei, lui è amico del figlio del padrino e ha rivendicato, durante un’incursione finita nel mirino della Guardia di Finanza, dopo la nostra denuncia, la nostalgia per i vecchi boss.

In quella piazza, dove riecheggiano ancora gli annunci di Pellegrino, alla stessa ora, Claudio Fava ha radunato militanti e simpatizzanti. “Credo di dover parlare a questo quartiere – esordisce – che è una parte della città, anche se la città ha voltato le spalle a questo quartiere, con centri sociali inaugurati e abbandonati, discariche abusive. Credo che occorra venire qui con il rispetto dovuto agli insegnanti che continuano a fare di questo quartiere un presidio di vita, rispetto dovuto ai ragazzi del Gapa, ai tanti che lavorano e hanno cura delle loro famiglie e ritengono che l’onestà sia una qualità della vita e non solo un dovere astratto”.

E al giovane Pellegrino che dice “fuori i comunisti da questo quartiere”, Fava risponde “fuori i mafiosi da questo quartiere”. “Siamo qui, insieme alla gente onesta a dire che San Cristoforo non appartiene né ai Santapaola né ai Mazzei, ma alle donne e agli uomini che qui vivono e qui vogliono vivere a testa alta”.

“IL MIO AMICO CARMELO” – Riccardo Pellegrino ha ribadito l’amicizia con il figlio del boss Mazzei, Fava punta l’attenzione sulla conversazione intercettata dalla Guardia di Finanza. “Ho chiesto a Nello Musumeci come si fa a immaginare qualcuno che magari domani sarà in assemblea regionale e che rimpiange come i propri idoli i Santapaola e i Mazzei, dicendo che quando c’erano loro si viveva meglio. Musumeci risponde che ha chiesto di non votarlo, io avrei chiesto di scegliere o lui, o me”.

I MAZZEI – Fava attacca: “Forse in Val D’Aosta qualcuno può non sapere chi siano i Mazzei. A Catania la storia della criminalità porta gli stessi cognomi da 4 generazioni. Penso che la storia di San Cristoforo non sia la storia dei Carcagnusi, non mi risultano straordinarie battaglie di Riccardo Pellegrino per riconoscere e garantire i diritti elementari di questo quartiere”.

FRECCIATA AI GRILLINI – Il candidato presidente della Regione non le manda a dire, la prima frecciatina è proprio il Giancarlo Cancelleri, in corsa per i 5 stelle. “A Cancelleri – dice Fava – si possono solo mandare messaggi perché mi piacerebbe incontrarlo in un confronto che non fosse solo con l’ologramma del suo pizzetto. I penso che la politica più che metterci i loghi debba metterci la faccia, bisogna andare nei luoghi in cui va restituita dignità alla politica, bisogna mettere insieme nomi e cognomi e avere rispetto per coloro che non sono né sudditi né servi”.

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CAMAPAGNA ELETTORALE – Claudio Fava è ottimista. “La sfida che abbiamo lanciato ai siciliani, spiegando che l’unico voto utile è il voto libero, è una sfida che ha colto nel segno, mentre i candidati li considerano pacchetti di voti a prescindere, che possano transitare da una casacca all’altra come se fossero soltanto numeri, noi chiediamo uno scatto di responsabilità e che ci sia il principio di assoluta libertà, perché se i siciliani saranno liberi, la qualità della politica sarà migliore, se si considereranno soltanto obbligati a rendere omaggio e a votare per ragioni di baratto, non potremo lamentarci come abbiamo fatto dopo Cuffaro, Lombardo e Crocetta che la Regione è lontana dai diritti e dalle necessità di questa terra”.

LE COLPE DEI PADRI – “Le colpe dei padri non ricadono sui figli, sono i figli che devono decidere da che parte stare, su questo nessuna proprietà transitiva, qui parliamo di persone che si riconoscono nelle colpe dei padri. Ma se qualcuno si presenta rimpiangendo i Santapaola e i Cappello il problema non è il rapporto tra padre e figlio, ma tra questa gente e la verità”.

ANTIMAFIA- “Giovedì – conclude Fava – presenterò un documento in cui metterò per iscritto le cose che abbiamo scoperto in questi giorni, come candidato mi rivolgo all’Antimafia offrendo le evidenze che abbiamo raccolto sulle liste presentate in Sicilia”

 

 

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11 Ottobre 2017, 00:56

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