Clochard bruciato vivo | “Il benzinaio merita l’ergastolo “

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17 Gennaio 2018, 17:59

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PALERMO – “Condannate Giuseppe Pecoraro all’ergastolo”: si chiude con questa richiesta la requisitoria dei pubblici ministeri Alfredo Gagliardi e Maria Forti. Sotto processo c’è Giuseppe Pecoraro che bruciò vivo e uccise Marcello Cimino.

Il processo va verso la conclusione dopo che il giudice Maria Cristina Sala ha respinto la richiesta dei difensori, gli avvocati Carolina Varchi e Brigida Alaimo, di sospendere il processo per valutare la capacità dell’imputato di partecipare al giudizio. Agli atti del fascicolo ci sono già tre perizie. Quella di parte ritiene che il giorno del delitto Pecoraro fosse incapace di intendere e volere. Secondo il perito dell’accusa, invece, era ed è sano di mente. Allo stesso risultato arrivò il consulente nominato dal giudice.

Cimino fu bruciato vivo, a marzo dell’anno scorso, mentre dormiva su un giaciglio di fortuna davanti alla mensa dei Capuccini a Palermo. I parenti della vittima si sono costituiti parte civile con l’assistenza degli avvocati Toni Palazzotto e Francesco Paolo Martorana.

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Secondo i pm, si è in presenza delle aggravanti della premeditazione, dei futili motivi (era convinto che Cimino gli contendesse la donna con cui aveva iniziato una frequentazione) e dell’avere agito con crudeltà.

 

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17 Gennaio 2018, 17:59

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