28 Gennaio 2021, 11:58
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PALERMO – È stata, secondo l’accusa, la più classica delle truffe. Gli imputati si sarebbero fatti consegnare 4.500 euro da una donna per venderle dei brillanti dal “valore inestimabile”. In realtà erano cocci di vetro.
Due imputati, Luca Rizzuto e Francesco Arizzi, sono stati condannati a 6 mesi ciascuno di carcere dal giudice del tribunale Nicola Aiello.
I fatti sono del 2016. Fu Rizzuto ad avvicinare la donna quarantenne prospettandole l’affare della vita. Non parlava bene l’italiano, si esprimeva con uno strano slang che ricordava chissà quale lingua straniera.
A quel punto sarebbe intervenuta una terza persona, ormai deceduta, per aiutarlo a tradurre le sue frasi. Rizzuto aveva bisogno subito di soldi. Ed ecco spuntare sulla scena Francesco Arizzi, presentato siccome gioielliere amico della persona deceduta. Arizzi confermò il valore delle pietre preziose e propose alla donna una società, mostrando una mazzetta di banconote. Era pronto a versare la sua parte di 7.500 per non farsi sfuggire l’affare.
La donna si fece convincere. Rizzuto la accompagnò in macchina fino alla sua banca in pieno centro dove la donna prelevò 4.500 euro. Fatto lo scambio con le pietre preziose Rizzuto fece scendere dall’auto la vittima con la scusa di dovere fare le fotocopie del certificato di garanzia delle pietre preziose. A quel punto pigiò sull’acceleratore e fece perdere le sue tracce. Ieri la condanna
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28 Gennaio 2021, 11:58