“Com’è terribile|la notte di Rebibbia”

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08 Aprile 2011, 19:38

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La notte a Rebibbia è interminabile. “Resto con le mani intrecciate dietro la nuca e gli occhi sbarrati. È il momento più difficile della giornata: la notte è terribile. C’è un silenzio inimmaginabile, squarciato ogni tanto da qualcuno che grida, le cornacchie che gracchiano, i gatti che litigano”. Parola di Totò Cuffaro, che in una lunga intervista a Panorama racconta le pene di una vita senza libertà. Senza dimenticare di citare l’umanità custodita dietro le sbarre. “Ero pieno di terrore, anche a causa dalla mitologia televisiva – racconta Cuffaro nell’intervista, di cui Live Sicilia può dare ampia anticipazione per gentile concessione di ‘Panorama’ – Ero convinto che dietro ogni cella ci fosse uno pronto ad accoltellarti. Invece ho scoperto una solidarietà e umanità sconvolgente”.

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Ma se, come ammette lo stesso ex governatore della politica, in carcere, “non gliene frega niente a nessuno. Si discute di pene, sconti, avvocati”, lui, Totò, di politica invece ne vuole parlare, eccome. “In appello ho avuto la netta sensazione che il percorso fosse segnato. Sono arrivato in Cassazione pessimista, sicuro della condanna. Convinto che qualcuno mi stesse usando”. Chi? “Chi pensa – dice Cuffaro – che la mia condanna serva da esempio. Una specie di monito per i potenti: state attenti, potete finire male anche voi. Se i giudici, in buona fede, hanno fatto questo ragionamento, ne sarei sollevato. Accettare la pena sarebbe più facile. Ho stima per i magistrati. Mia figlia, del resto, vuole fare il pm. Conosce gli atti meglio dei miei avvocati. Ed è convinta che io non abbia mai favorito la mafia. Ne sono orgoglioso. Anche se speravo che potesse fare cose più belle nella vita che studiare le accuse al padre”.

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08 Aprile 2011, 19:38

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