23 Aprile 2021, 20:45
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CATANIA – Concetto Bonaccorsi, da non confondere con lo zio pentito, è tornato in libertà mercoledì pomeriggio. La scarcerazione è frutto di un’ordinanza del Tribunale del Riesame che ha accolto il ricorso dell’avvocato Salvo Leotta contro il rigetto del gup di dichiarare inefficace la misura cautelare disposta per l’inchiesta Camaleonte. Una questione tecnico-giuridica complessa quella trattata dal collegio presieduto dalla giudice Ignazia Barbarino.
Concetto Bonaccorsi è stato coinvolto nell’arco di nove mesi in due maxi operazioni della Polizia di Stato. La prima, eseguita nel settembre 2019 e denominata Tricolore, riguardava alcune piazze di spaccio che sarebbero riferibili al clan Cappello-Bonaccorsi. A giugno 2020 è arrivato il blitz Camaleonte che ha decapitato le tre costole del clan Cappello, tra cui quella che farebbe riferimento a Concetto Bonaccorsi, figlio del capo bastone Ignazio. Il padre è l’uomo che si trovava insieme a Turi Cappello, fondatore della cosca, quando è stato catturato a Napoli negli anni 90.
Bonaccorsi al termine del processo di primo grado (stralcio abbreviato) – frutto dell’inchiesta Tricolore – è stato assolto. A quel punto il giudice ha disposto la scarcerazione, ma è rimasto in carcere perché pendente l’ordinanza cautelare per il processo Camaleonte, che intanto si è aperto davanti alla gup (l’accusa ha chiesto una condanna a 20 anni). Ma per effetto della ‘contestazione a catena’, i termini di custodia cautelare riferiti alla seconda indagine sono stati retrodatati.
Il difensore, vista l’assoluzione, ha presentato alla gup del processo Camaleonte istanza per rendere inefficace la misura cautelare, ma secondo la giudice i termini di custodia cautelare erano sospesi nel periodo Covid. E quindi ha rigettato l’istanza. L’avvocato Leotta ha presentato appello al Riesame che ha ritenuto non applicabile nel caso di Bonaccorsi la sospensione data dal blocco della pandemia. E così ha disposto l’inefficacia della misura cautelare e quindi l’immediata liberazione dell’imputato.
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23 Aprile 2021, 20:45