Cronaca

Coronavirus, le previsioni e gli scenari: cosa succede in Sicilia

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20 Ottobre 2020, 06:04

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PALERMO- C’è un numero, variabile, che circola tra gli esperti siciliani chiamati al capezzale dell’emergenza Coronavirus e va da poco più di duemila a tremila. E’ la quantità di ricoveri previsti, complessivamente, poco prima di Natale per la pandemia. E’ una misura calcolata da un algoritmo grazie alla competenza di chi, oltre che medico, è anche esperto di curve. Ed è uno degli scenari su cui la sanità siciliana sta ragionando. Ci sono molte variabili da considerare, perché si tratta di una proiezione che fotografa lo sviluppo della situazione attuale. Ovvero: le cose potrebbero andare così, se non ci saranno cambiamenti. E resta inteso che le cose potrebbero migliorare. Oppure peggiorare.

La Regione prepara nuovi posti

Chissà se il numero è in relazione a quanto annunciato ieri dalla Regione Siciliana che sta lavorando su un piano che prevede di allestire fino a 2.500 posti letto negli ospedali per i malati di Covid. “Anche se al momento i ricoverati sono 563 (ieri pomeriggio, però, siamo arrivati a quasi seicento, ndr), l’assessore alla Salute, Ruggero Razza – questa l’agenzia battuta dall’Ansa – assieme al comitato scientifico e agli esperti sta implementando, quello che il governo ha da sempre definito il piano a fisarmonica, che consente di agire in modo tempestivo nei vari territori, anticipando il virus. Dei 2.500 posti letto ‘anti-Covid’, il 20 per cento è destinato alla terapia intensiva e sub-intensiva”. Insomma, si va avanti su un’ipotesi ritenuta al momento plausibile che orienta le scelte della politica sanitaria.

L’appello di Musumeci

Ieri, in diretta Facebook, c’è stato l’appello del presidente della Regione, Nello Musumeci. Il governatore ha invitato all’unità e alla responsabilità, spiegando quali saranno le insidie del prossimo inverno. Il succo del ragionamento, in estrema sintesi, è forse questo: “Non siamo in emergenza, ma dobbiamo evitare di arrivarci”.

Lo screening di massa

Nel frattempo, c’è chi storce il naso: da maggio ad oggi c’era tutto il tempo per organizzarsi e affrontare al meglio la seconda ondata. La Regione, però, ritiene di avere garantito un piano efficiente che va adeguato. Se nella prima fase si è puntato sull’isolamento di chi tornava dalle zone più a rischio del Paese e sul blocco degli spostamenti, oggi l’aumento dei contagi rischia di obbligare alla quarantena un numero sempre maggiore di persone e allora si lavora all’ambizioso progetto dello screening di massa. Per eseguire i tamponi a tappeto serve il personale che ad oggi però non è stato reclutato. Alla mezzanotte di stasera scade il bando pubblicato dal Policlinico di Messina, ma che interessa tutta la rete sanitaria regionale. Hanno aderito circa cinquemila figure professionali e ne saranno selezionate circa tremila. Ma bisogna fare in fretta. Così come bisogna fare in fretta per i nuovi posti letto annunciati dall’assessore.

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La sofferenza e le voci della corsia

Ieri, come abbiamo raccontato è stata un’altra giornata di sofferenza per gli ospedali palermitani. Il ‘Civico’ di Palermo, con il suo pronto soccorso dedicato, al momento, al Covid, ha dovuto accogliere alcuni pazienti giunti per altre patologie fuori dai locali dell’area d’emergenza. Come, appunto, raccontavamo, nel fine settimana proprio il ‘Civico’, come è accaduto per il ‘Cervello’, ha ricevuto l’ondata di piena del contagio. Le ambulanze del 118 hanno dirottato i pazienti non Covid su altre destinazioni. Ma c’è chi è arrivato nel piazzale del pronto soccorso con mezzi propri. Che fare per evitare il contatto tra i positivi che saturavano il Ps e il resto? Ed ecco che il personale ha cercato di operare come poteva, visitando tutti e destinando altrove le situazioni più gestibili. Venticinque posti letto che si sono resi disponibili, in serata, a Partinico e altri a Marsala hanno un po’ decongestionato la situazione. E preso si aggiungeranno gli 85 posti nell’ospedale di Petralia Sottana divenuto struttura Covid.

Il punto è drammaticamente semplice: fino a quando? Ovvero: fino a quando, con le risorse a disposizione, con il lavoro febbrile che si porta avanti in assessorato, con le corse quotidiane del commissario per l’emergenza a Palermo e provincia, il dottore Renato Costa, con l’abnegazione e il sentimento del limite estremo che il nostro personale sanitario conosce bene, si potrà reggere? Le variabili, si scriveva, sono molteplici. Molto dipende dal territorio, da come il Coronavirus continuerà a svilupparsi e dal successo delle progressive misure di contenimento. Perché tutti sanno che è illusorio pensare che il ‘mostro’ possa essere sconfitto soltanto nelle corsie: c’è una massa critica che ogni sistema può sopportare fino al collasso.

Al pronto soccorso del Civico, a fine giornata, la notizia dei posti piovuti come una manna dal cielo è stata accolta con un colossale sospiro di sollievo. “La risposta deve essere data dal territorio – si dice – altrimenti tutte le soluzioni saranno una goccia nel mare”.

E il 118 vola…

Anche il 118, con le sue ambulanze, sta reggendo un carico non da poco. Tra Palermo e Trapani ci sono novantuno mezzi a disposizione. Ci sono 450 infermieri, 180 medici di emergenza territoriale, 110 rianimatori, 800 soccorritori. Che devono occuparsi delle urgenze, ma anche dei positivi, ma anche del trasporto da un ospedale all’altro, ma anche della domiciliazione dei pazienti che escono dai reparti…. In pratica, volano.

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20 Ottobre 2020, 06:04

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