03 Marzo 2020, 06:05
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PALERMO – Era il 4 dicembre 2013. Filippo Bisconti e Fabio Seminario discutevano di mazzette da 50 mila euro ciascuno pagate a due dirigenti comunali per dare il via libera ad una concessione edilizia in via Convento Di Baida, a Palermo. Si tratta di uno dei cantieri sotto osservazione della Procura di Palermo (leggi l’articolo).
Facevano i nomi di Giuseppe Monteleone, finito ai domiciliari (leggi l’articolo), e di un altro dirigente comunale. C’è molto di più di quanto finora emerso. Nelle carte giudiziarie si fanno i nomi di altri funzionari e consiglieri comunali. “Sottoposto a indagini” è anche il consigliere comunale Giulio Tantillo, dio Forza Italia.
Era Seminero a fare le confidenze a Bisconti e non viceversa. Confidenze fra architetti. Bisconti, infatti, prima di essere un mafioso, oggi pentito, è stato architetto e imprenditore edile. I due dirigenti comunali alla fine avevano bloccato i lavori del cantiere per “pararsi il culo” dato che avevano rilasciato una concessione edilizia in un terreno vincolato per la quale il proprietario, oggi deceduto, aveva pagato le tangenti, affinché venisse taroccato un certificato.
Si indaga, dunque, da anni e ci sono tanti punti oscuri. Uno di questi riguarda le mazzette che emergevano della parole di Bisconti e Seminerio. Ma non è l’unico. Ai domiciliari sono finiti due consiglieri comunali, Sandro Terrani e Giovanni Lo Cascio. Non sono i soli politici comunali interessati ai piani per le lottizzazioni finiti sotto inchiesta della Procura.
Sempre Seminerio raccontava che il funzionario Mario Li Castri, nel dicembre 2018, era stato a cena con Giulio Tantillo, consigliere comunale di Forza Italia, dunque all’opposizione, e membro della II Commissione Urbanistica del Comune, il quale gli aveva garantito il buon esito dell’iter amministrativo della delibera sui piani costruttivi: “Sta cosa delle Cooperative, Mario (Li Castri ndr) è stato a cena con Tantillo, subito prima delle vacanze di Natale… Tantillo ha detto: ‘Nessun problema… a gennaio lo portiamo in aula”. Quindi anche il consigliere di Forza Italia sarebbe stato d’accordo ad approvare i piani costruttivi finiti sotto inchiesta e disposto a votare con la maggioranza.
Nell’ordinanza di custodia cautelare che ha portato ai domiciliari Giovanni Lo Cascio e Sandro Terrani il consigliere Tantillo viene citato come “sottoposto a indagini nell’ambito del presente procedimento penale”. Altri incontri ci sarebbero stati pure fra Tantillo e il costruttore Giovanni Lupo, interessato alle lottizzazioni e pure lui ai domiciliari, che lo definiva “padreterno dell’opposizione e persona importante”
Perché mai Li Castri, che nel frattempo era stato pure trasferito ad altro incarico, continuava ad interessarsi di concessioni edilizie e aveva l’esigenza di parlarne con un consigliere comunale? Secondi il procuratore aggiunto Sergio Demontis e i sostituti Giovanni Antoci e Andrea Fusco, gli interessi di Li Castri erano frutto del patto corruttivo con gli imprenditori.
Altro tema sono i soldi, tanti soldi, di cui ad esempio il costruttore Giovanni Lupo parlava con il figlio. Quest’ultimo gli chiedeva se l’ennesimo pranzo offerto al consigliere Lo Cascio del Partito democratico servisse a qualcosa. Lupo senior lo tranquillizzava: tutto serviva a “farsi approvare un programma costruttivo di 150 milioni…”.
Non sono gli unici soldi su cui va fatta chiarezza. Sempre Lupo, scocciato per le lungaggini in Consiglio comunale – che alla fine avrebbe detto no alle lottizzazioni – nel caso di una non chiara questione su una licenza edilizia in via Alloro prima se la prendeva con il sindaco Leoluca Orlando che si sarebbe rimangiato “una promessa sua, sai, sacrosanta, davanti a duecento persone, a trecento persone” e poi confidava a Seminerio di essere stato un finanziatore della candidatura dell’ex assessore Emilio Arcuri. Candidatura per la quale aveva anche firmato degli assegni. Arcuri non è stato candidato alle ultime elezioni. Dunque se di elezioni si parlava si trattava di una precedente tornata elettorale.
L’impressione è che il racconto di Bisconti sia molto più approfondito di quanto finora sia emerso. Dei funzionari Giuseppe Monteleone e Mario Li Castri e dell’architetto Fabio Seminerio il pentito ha messo a verbale che “si dividevano i progetti e si scambiavano i favori sia all’interno dell’ufficio” (parla dell’Urbanistica che un tempo aveva sede “di fronte al carcere Ucciardone”), che nello studio di Seminerio. Il lavoro dei finanzieri del Nucleo di polizia economico-finanziaria e dei carabinieri del nucleo investigativo è solo all’inizio.
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03 Marzo 2020, 06:05