Corruzione giudiziaria |Arrestati Virlinzi e Impallomeni

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08 Febbraio 2016, 16:31

5 min di lettura

CATANIA- Corruzione alla Commissione Tributaria di Catania, 5 arresti eccellenti. Il giudice Filippo Impallomeni, presidente di Sezione della Commissione Tributaria, è stato arrestato con l’accusa di corruzione insieme al noto imprenditore Giuseppe Virlinzi e ad altri tre colletti bianchi di primo piano: Giovanni La Rocca, commercialista della Virauto Spa, Agostino Micalizio, direttore commerciale della stessa società e Antonino Toscano, cancelliere della commissione tributaria provinciale. Leggi le intercettazioni. – Leggi: La corruzione e il sistema Catania – LEGGI: Catania trema, continua l’inchiesta della Finanza

Da sx Paolo Bombaci, comandante del Gico, Alberto Nastasia, comandante Tributaria, Roberto Manna, comandante Gdf Ct, Michelangelo Patanè, Procuratore Capo, Barbara Tiziana Laudani, sostituto procuratore di Catania

Le accuse, secondo il procuratore Michelangelo Patanè, sarebbero gravissime, tanto da consentire la conduzione in carcere degli indagati. Il giudice Impallomeni avrebbe utilizzato “per 5 anni”, auto fornite dalla Virauto in cambio di pareri favorevoli, sentenze che avrebbero consentito vantaggi fiscali per 800mila euro. In un caso, la sentenza della Commissione Tributaria si sarebbe basata su elementi “falsi”, e Impallomeni avrebbe tentato di sostuirla con una pronuncia di condanna, proprio mentre aveva capito di essere indagato.

LE INDAGINI. L’accusa di corruzione in atti giudiziari è stata formulata dal Procuratore Michelangelo Patanè e dal Pm Barbara Tiziana Laudani. Riguarda due insospettabili: l’imprenditore Giuseppe Virlinzi e Filippo Impallomeni, presidente di Sezione della Commissione Tributaria di Catania e l’imprenditore Giuseppe Virlinzi.

TUTTI I NOMI DEGLI ARRESTATI. Arrestati Giuseppe Virlinzi, Giovanni La Rocca, commercialista della Virauto Spa, Agostino Micalizio, direttore commerciale della stessa società e Antonino Toscano, cancelliere della commissione tributaria provinciale

Filippo Impallomeni, insospettabile, considerato tecnico di altissimo profilo, è stato da sempre apprezzato per il ruolo svolto ai vertici della Commissione Tributaria. Non a caso a lui sono stati affidati i casi più delicati, come quello sulla presunta elusione fiscale a carico di Mario Ciancio. In passato, era stato scelto dal sindaco Raffaele Stancanelli, come tecnico, per guidare i vertici dell’Asec, colosso pubblico che gestisce il servizio di erogazione e distribuzione del gas a Catania.

Giuseppe Virlinzi è il fratello del Cavaliere Ennio Virlinzi, re del ferro, del cemento e principale immobiliarista di Catania.

LE DICHIARAZIONI DEGLI INQUIRENTI

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Barbara Tiziana Laudani, pubblico ministero: “Nel luglio del 2015, mentre indagavamo, è stata emessa una sentenza della commissione Tirbutaria basata su dati falsi. Abbiamo verificato la disponibilità, in capo a Filippo Impallomeni, di autovetture della Virauto. Quando gli indagati erano intercettati, e avevano capito di essere sott’indagine, è stata tentata la sostituzione della sentenza favorevole con una di condanna”. “Ci tengo -ha sottolineato il Pm Laudani- a sottolineare il Gico per la preziosa collaborazione”.

Roberto Manna, comandante Gdf Catania: “Il Gip ha disposto 4 ordinanze di custodia cautelare in carcere, questo fa emergere tutta la gravità delle condotte, non sempre viene disposta la custodia in carcere, tranne quando venga provato un fatto grave. Ci siamo trovati davanti a un sistema ben strutturato e collaudato da anni. L’imprenditore dominus, il giudice elabora le sentenze, il commercialista che fa da tramite, e la concessionaria che fornisce gratuitamente autovetture, riparando anche la vettura della moglie del giudice della commissione tributaria”

Alberto Nastasia, comandante Tributaria di Catania: “Abbiamo eseguito accertamenti, intercettazioni e acquisito documenti che consentono di chiudere il cerchio di tutte le accuse presentate al Giudice delle indagini preliminari

LE ACCUSE DELLA FINANZA: I finanzieri ritengono “decisivo, il ruolo del Giudice Impallomeni, il quale, attraverso costanti contatti con il commercialista La Rocca e rivestendo sempre il ruolo di Presidente – relatore ed estensore delle relative sentenze -, provvedeva a redigere sentenze di accoglimento dei ricorsi presentati dalle società, garantendo in tal modo l’annullamento di accertamenti fiscali di rilevante ammontare. Di particolare rilievo una sentenza che, nel merito, è stata ritenuta del tutto illegittima in quanto basata su presupposti falsi, mentre in altri casi le sentenze di accoglimento dei ricorsi riconducibili al gruppo Virlinzi sono state emesse in tempi ristrettissimi. A fronte di tale “disponibilità”, il gruppo imprenditoriale assicurava nel tempo al Giudice la messa a disposizione gratuita di diverse autovetture, per le quali la concessionaria della famiglia Virlinzi si accollava anche tutti i costi di manutenzione, assicurazione, ivi compresi quelli di riparazione in caso di guasti e incidenti. Gli accertamenti volti ad acquisire la documentazione relativa alle predette autovetture hanno fatto emergere l’inesistenza di titoli giustificativi dell’uso delle stesse da parte del giudice. Nonostante ciò, su una delle due autovetture intestate alla concessionaria il Giudice Impallomeni aveva anche apposto un adesivo riportante lo stemma “magistratura tributaria”. La stessa concessionaria è stata utilizzata dal giudice anche per riparare l’autovettura della moglie, con spese, anche in questo caso, a carico del gruppo. Nel corso delle indagini, dopo l’effettuazione di alcune acquisizioni documentali presso la Commissione tributaria, sono stati accertati anche gravi condotte volte a depistare le indagini da parte del giudice. Particolarmente significativo è stato il tentativo posto in essere dal giudice, con la complicità del cancelliere TOSCANO, di recuperare da un ufficio della Commissione Tributaria una sentenza favorevole emessa e depositata nel luglio 2015 sempre nei confronti di un società del gruppo Virlinzi. L’intenzione era quella di sostituire alla sentenza di accoglimento del ricorso presentato dalla società una sentenza di condanna, al fine di “smontare” l’eventuale impianto accusatorio, posto che l’acquisizione di diverse sentenze riconducibili anche al gruppo VIRLINZI presso la Commissione Provinciale da parte della Guardia di Finanza aveva ingenerato allarme nello stesso. Tale tentativo, tuttavia, non è andato a buon fine, poiché la decisione era già stata depositata e registrata e, pertanto, i predetti si vedevano costretti a desistere dall’ulteriore azione criminosa. Gli arrestati sono stati condotti presso Casa Circondariale di Piazza Lanza a disposizione dell’Autorità Giudiziaria, ad eccezione del Toscano, posto agli arresti domiciliari”.

Leggi le intercettazioni.

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08 Febbraio 2016, 16:31

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