12 Giugno 2019, 07:55
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PALERMO – Finisce in manette Francesco Paolo Arata. “Intestazione fittizia, con l’aggravante di mafia, corruzione e autoriciclaggio”, sono le accuse che vengono mosse dalla procura di Palermo e dalla Dia di Trapani nei confronti del professore, ex deputato di Forza Italia e consulente della Lega di Matteo Salvini per i temi energetici. Il Gip non ha riconosciuto l’aggravante dell’avere favorito Cosa nostra. Nella misura cautelare però si lancia lancia l’allarme “sull’elevato rischio di infiltrazioni di Cosa nostra” negli affari.
Arata avrebbe fatto affari con Vito Nicastri, il “re” del vento vicino all’entourage del latitante Matteo Messina Denaro, e pagato alcune mazzette a un dirigente regionale affinché agevolasse alcune autorizzazioni.
L’ordinanza di custodia cautelare riguarda anche il figlio di Arata, Francesco, Vito Nicastri (giá detenuto per un’altra inchiesta) e suo figlio Manlio. Ai domiciliari il dirigente Alberto Tinnirello, in passato in servizio all’assessorato regionale all’Energia. Tutti avevano ricevuto un avviso di garanzia due mesi fa.
Sono state le intercettazioni a svelare il patto segreto fra Arata e Nicastri. “… non vorrei che se ne fosse approfittato Vito… ci ha fatto incasinare anche con Solcara che è la sua… a metà”, diceva Paolo Arata al figlio Francesco nel luglio del 2018. Solcara è una delle società costituite nel grande affare delle energie alternative su cui indagano gli investigatori della Dia, coordinati dal procuratore aggiunto di Palermo Paolo Guido e dal sostituto Gianluca De Leo.
L’inchiesta è la stessa che ha portato all’emissione di un avviso di garanzia per corruzione nei confronti del sottosegretario Armando Siri, della Lega, su cui indagano i pm romani. Arata ha sponsorizzato la nomina di Siri nel sottogoverno, da cui è stato ‘dimissionato’ dal premier Conte.
Arata padre si confidava con un giovane avvocato: “….qui stiamo parlando in camera caritatis. Io sono socio di Nicastri al 50%…”.
La conferma arrivava nel successivo mese di gennaio quando l’interlocutore di Arata era il figlio di Vito Nicastri, Manlio. E non pronunciava parole tenere. Si sentiva preso in giro. Evidentemente le cose non stavano andando per il verso giusto: “… io nel duemilaquindici ho dato trecentomila euro a tuo papà, basandomi su un rapporto di fiducia, ed è stato il più grande errore della mia vita… ho adesso l’impressione che mi reputa un coglione, gli succhiamo tutto il sangue che è possibile, tanto è del Nord.
Paolo Arata riferiva a Manlio Nicastri l’esistenza di una documentazione segreta: “… tuo papà mi ha fatto scrivere una carta che la società è sua a metà… tuo papà le carte ce l’ha dal notaio…”.
Sono state infine sequestrate otto società del gruppo Arata-Nicastri: Solcara, Solgesta, Etnea, Bion, Ambra energia, Alquantara, Greta Wind e Intersolar.
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12 Giugno 2019, 07:55