11 Agosto 2022, 11:54
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CATANIA – “Per la somma delle patologie e il quadro in peggioramento si ritiene che il regime carcerario non sia compatibile con la salute del soggetto”. Si conclude così la relazione dell’Unità Sanitaria di Piacenza in merito alle condizioni di salute di Grazia Messina, ritenuta dalla procura braccio destro del marito Benito La Motta nella gestione degli affari mafiosi del gruppo di Riposto di Cosa nostra. La Corte d’Appello di Catania accogliendo l’istanza degli avvocati Maria Caterina Caltabiano ed Enzo Iofrida, legali della donna detenuta nel carcere di Piacenza, ha disposto la misura degli arresti domiciliari in sostituzione della detenzione carceraria. La motivazione si basa solo sull’acclarata “incompatibilità del regime carcerario” certificato dai sanitari considerando le “condizioni di salute” della moglie del boss. Grazia Messina è già stata condannata per mafia in primo grado – rito abbreviato – nel processo frutto dell’inchiesta Iddu. Ora è pendente il processo d’appello. Nelle intercettazioni la donna era chiamata dai sodali “Idda, zia o patrozza”, chiaro ‘riferimento’ secondo l’accusa del suo ruolo di primo piano nella compagine mafiosa di Riposto.
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11 Agosto 2022, 11:54