Clan Santapaola, mafia a Riposto: condannati il boss e la moglie

Clan Santapaola, mafia a Riposto: condannati il boss e la moglie

Tutti condannati gli imputati del processo abbreviato Iddu.
LA SENTENZA DEL GUP
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CATANIA – Venti anni di reclusione per il boss di Riposto Benito La Botta, 9 anni per la sua consorte Grazia Messina. Si chiude con una raffica di condanne il processo, stralcio abbreviato, frutto dell’inchiesta ‘Iddu’. Operazione che l’anno scorso ha assestato un duro colpo alla cellula di Cosa nostra di Riposto. E quindi al clan Brunetto che comanda nella fascia jonica.

Gli affari dei Santapaola a Riposto

Il nome ha preso ispirazioni dal nome in codice con cui gli affiliati chiamavano il capo: “Iddu”. E poi c’era “Idda” o “patrozza” per indicare invece la moglie di La Motta, che avrebbe “assunto” il ruolo di messaggera (e quando serviva anche decisionale) all’interno della cellula mafiosa quando il marito era detenuto. Sarebbe stata capace anche di dare l’ordine per il pestaggio di un rapinatore che aveva osato mettere a segno un colpo ai danni di una pizzeria “sotto protezione”. Il marchio sul territorio infatti lo avrebbe avuto anche con l’imposizione del pizzo. E accanto al racket delle estorsioni, anche il lucrosi affari di droga. A indicare La Motta come il leader supremo della mafia di Riposto sono stati anche diversi collaboratori di giustizia. I verbali di Carmelo Porto, ex boss dei Cintorino, di Mario Vinciguerra, del gruppo acese dei Santapaola, e altri pentiti sono stati citati dai pm Marco Bisogni e Santo Di Stefano nell’articolata requisitoria discussa lo scorso maggio.  Lo scettro il capomafia, quando è finito in cella, lo avrebbe ceduto al nipote Antonino Falzone (morto in carcere nel corso del processo). 

La sentenza

Erano da poche passate le 13 quando la gup Simona Ragazzi ha letto il dispositivo di sentenza. Alcune pene sono state alzate rispetto alle richieste, ma altre sono state più contenute. Si va dai 20 ai 4 anni: Giovanni Bonaccorso, 6 anni e 6 mila euro di multa, Abdelmajid Boualloucha, 11 anni e 4 mesi, Massimiliano Mancuso, 11 anni e 4 mesi, Giuseppe Campo, 12 anni, Cateno Mancuso, 12 anni, Liborio Previti, 12 anni, Ornella Cartia, 7 anni e 4 mesi, Andrea Sapienza, 7 anni e 4 mesi, Paolo Castorina, 6 anni 12 mesi e venti giorni, Andrea La Spina, 6 anni 12 mesi e venti giorni, Benedetto La Motta, 20 anni, Grazia Messina, 9 anni, Giovanni Russo, 9 anni, Salvatore Marletta, 4 anni, 8 mesi e 22 mila euro di multa. 

Le difese

“Aspettiamo di leggere le motivazioni”, commenta l’avvocato Ernesto Pino, difensore di Benedetto La Motta assieme a Cristoforo Alessi. “Mi ritengo abbastanza soddisfatto considerando che da una richiesta di 11 anni la condanne del gup è stata di 6 anni, ma aspetto le motivazioni per valutare gli estremi di un appello”, dichiara Enzo Iofrida, legale di Andrea La Spina. Considerazioni che uniscono tutto il collegio difensivo composto dagli avvocati Maria Caltabiano, Maria Lucia D’Anna, Michele Pansera, Salvo Pace, Giuseppe Testa, Marisa Ventura, Luca Puce. Una volta depositata la sentenza, che arriverà – salvo impresti – tra 90 giorni, sarà valutata l’impugnazione. 

Il processo ordinario

Intanto prosegue davanti al Tribunale il processo ordinario che vede imputato, tra gli altri, il killer delle carceri Antonino Marano. 


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