Mafia, pizzo alle pompe funebri |Due condanne - Live Sicilia

Mafia, pizzo alle pompe funebri |Due condanne

Pesanti le condanne del Gup Pietro Currò.

Inchiesta Kronos
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CATANIA – Avrebbero cercato di correre ai ripari dopo il blitz Kronos, che nell’estate del 2016 aveva disarticolato l’intera cupola di Cosa nostra della Sicilia Orientale. Antonello Fratullo e Carmelo Terranova sono stati arrestati lo scorso anno con l’accusa di tentata estorsione e associazione mafiosa. I due, processati con il rito abbreviato, sono stati condannati dal Gup Pietro Currò. Pene pesantissime quelle comminate dal giudice: 12 anni la condanna nei confronti di Antonello Fratullo, difeso dagli avvocati Salvo Pace e Andrea Marchisello, 9 anni e 4 mesi invece nei confronti di Carmelo Terrranova, difeso dagli avvocati Enza Pirracchio e Francesco Strano Tagliareni.

L’INCHIESTA – L’indagine Kronos, coordinata dai pm Antonio Fanara e Agata Santonocito, avrebbe permesso di fotografare i nuovi assetti criminali che si sono creati dopo il duro colpo inferto dal Ros con i fermi del 20 aprile 2016. Fratullo e Terranova – secondo l’accusa – avrebbero preso il posto di Cosimo Claudio Ferlito (finito in manette nella retata del Ros) nella riscossione del pizzo ai danni di un imprenditore calatino che opera nel settore delle pompe funebri. Dalle intercettazioni sarebbe emerso come il gruppo criminale dei Santapaola operante nella zona stava cercando di mettere le mani nel business del caro estinto. Le richieste di pagamento, pare, non si sarebbero fermate nei confronti della vittima. Anzi i due affiliati (secondo la tesi accusatoria) avrebbero preso il testimone dell’attività di estorsione e “si sarebbero ripresentati dalla persona offesa per pretendere le somme dovute e non consegnate” proprio perché nel periodo dell’incasso era stata eseguita l’operazione Kronos.

LE REAZIONI DELLA DIFESA. “Negli atti del processo sono finiti elementi che hanno messo fortemente in dubbio la ricostruzione accusatore nei confronti di Fratullo. Si tratta di una sentenza che impugneremo e ci lascia sgomenti”, commenta l’avvocato Salvo Pace. “Certamente impugneremo questa sentenza perché siamo convinti della bontà delle nostre ragioni – afferma l’avvocato Francesco Strano Tagliareni, uno dei difensori di Carmelo Terranova – aspettiamo le motivazioni per vedere come il giudice motiverà su alcune osservazioni che abbiamo fatto che riteniamo fondate”.


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