Cronaca

Costa: “Ecco il piano dei vaccini, le Usca? Non faccio guerre”

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01 Luglio 2021, 18:44

3 min di lettura

Dottore Costa, lei sta smantellando le Usca?
“Ovviamente, no”.

E il dottore Renato Patrizio Costa, commissario per l’emergenza Covid della città metropolitana di Palermo, quel ‘no’ lo pronuncia alla Pavarotti. Come se fosse un do. Di petto. Le Usca, ovvero le unità speciali di continuità assistenziale che sorvegliano, casa per casa, i positivi al Covid, sono state ‘richiamate’ all’hub della Fiera del Mediterraneo e vedremo che significa. Ci sono state delle proteste. Ha protestato Giuseppe Lupo (Pd), parlando di smantellamento. Ha protestato la Cisl. Il commissario Costa ha risposto. E adesso torna sul punto con LiveSicilia.it. Ecco l’intervista.

Dunque lei non sta smantellando le Usca, dottore Costa?
“Le Usca seguono l’andamento della pandemia che va appunto anticipata. Abbiamo risolto alcuni problemi legati alla diffusione del virus, tanti nostri comuni sono a contagi zero, di conseguenza, certe attività, per il momento, non sono necessarie. Abbiamo bisogno di forze per fare cose importanti, non per somministrare il tampone, magari, al nipote di qualche sindaco, mi lasci passare la battuta”.

Di cosa abbiamo bisogno?
“Della vaccinazione domiciliare per trovare chi non si è vaccinato, di intercettare i contagi al porto e in aeroporto, di sequenziare le varianti, isolando i positivi, di vaccinare a manetta. La vuole sapere l’ultima iniziativa?”.

Siamo qui per questo.
“Prestissimo, anche da domani, partiremo con le vaccinazioni itineranti, nella movida, nei lidi. Abbiamo siglato un accordo con Confcommercio per somministrare le dosi nei negozi e nei supermercati. Uno dei nostri padiglioni sarà continuamente a disposizione degli esercenti, con un accesso dedicato. Avremo degli info point in via Magliocco e a Mondello e lì sarà possibile prenotare la vaccinazione…”.

E chi assisterà i positivi a domicilio?
“Sempre le Usca. Non cambia nulla, se non attività in più per colleghi che hanno tanta voglia di lavorare. Le lamentele sono illogiche. A settembre torneremo in forza nei territori per la riapertura delle scuole”.

Qualcuno dice che, nell’hub della Fiera, ci sia troppa gente.
“Non è vero. Non servono solo i medici. I nostri informatici, per esempio, sono fondamentali per la geolocalizzazione dei vaccinati”.

Ma le Usca non dipendono dall’Asp?
“Fin dall’inizio del mio incarico le risorse in campo dipendono dall’ufficio del commissario Covid per l’emergenza. Non c’è dubbio”.

Qualcun altro dice che lei sia un uomo di potere. E che stia creando un sistema di potere: è vero?
“Le rispondo con un sorriso. Io spero che la pandemia passi presto e che i ragazzi che l’hanno affrontata siano garantiti. Voglio soltanto tornare in ospedale e nel mio ambulatorio popolare, non sono in concorrenza con nessuno e non sono mai stato un uomo di potere”.

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Farà il classico salto in politica?
“Giammai, è del tutto escluso. Ringrazierò il presidente Musumeci e l’assessore Razza per la fiducia, poi tornerò a fare il medico”.

Dunque, lei non smantella?
“Le rispondo con le parole della mia nota, cito a memoria: non il mio decreto di trasferimento ma il nuovo bando con cui l’Azienda sanitaria provinciale di Palermo vuole dimezzare il personale in servizio”.

Allora ce l’ha con l’Asp. Ha visto?
“Nemmeno questo è corretto”.

Insistiamo: non è una guerra per il potere?
“Ma io non sono un uomo di potere, le ripeto. Forse una donna di potere è la dottoressa Faraoni che dirige l’Asp, lo dico con il massimo rispetto. Il rapporto, come vede, è sbilanciato”.

E se, una volta finita la pandemia, i suoi ragazzi, mi permetta di definirli così, fossero costretti a tornare a casa?
“Sono sicuro che l’assessore non lo consentirà. Questi ragazzi, loro sì, combattono una guerra. Non dimentichiamolo”.

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01 Luglio 2021, 18:44

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