06 Gennaio 2022, 09:20
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Stamattina le voci dall’ospedale ‘Cervello’ portano i segni della stanchezza della notte. Nessuno ha ancora preso il caffè. Tutti sono scossi. Ieri sera le ambulanze in fila, nella difficoltà di ‘sbarellare’ i pazienti, cioè di ricoverarli e poi andare via, hanno acceso le sirene per protesta, dando luogo a una scena dall’impressionante impatto visivo e sonoro. Non è semplice gestire la tensione, la fatica e lo stress per un personale che viene da lunghissimi mesi di una guerra che sembra non finire. E’ stato montato un posto medico avanzato con dieci posti letto, un ospedale da campo all’esterno, per rendere più semplici le operazioni del 118. Riuscirà a contenere l’afflusso delle persone? Anche adesso gli indici di sovraffollamento sono altissimi.
Cosa è successo? Un fatto atteso e drammatico. La marea dei contagi si traduce in sintomi e i sintomi possono tradursi in ricoveri. Tanti sono quelli che si rivolgono al pronto soccorso Covid. C’è chi è in condizioni mediamente o drammaticamente serie. C’è anche chi avverte un malessere magari non troppo significativo e chiede giustamente aiuto, perché, quando c’è di mezzo il coronavirus, non sai mai qual è la forza del nemico che stai affrontando.
La voce che narra quello che è successo appartiene al commissario per l’emergenza Covid, Renato Costa: “E’ stata una notte impegnativa – dice -. Abbiamo organizzato un posto medico avanzato, nel frattempo stiamo riconvertendo posti letto e impegnando altri ospedali, come Partinico, per accogliere i malati. Sono arrivati molti pazienti anche da fuori Palermo. C’è l’urgenza, ma c’è pure un po’ di psicosi. Il momento è delicato, ma possiamo gestirlo. Il dato che ci conforta è il minimo impatto sulle terapie intensive”.
Ora bisognerà capire come andrà nelle prossime ore e nei prossimi giorni. Sta accadendo quello che molti paventavano. La diffusa contagiosità di Omicron, con una probabile minore gravita, non manda in tilt le rianimazioni, ma può mettere in crisi il sistema dell’urgenza e dei ricoveri ordinari. E, nei corridoi della Sanità, si guarda con molta preoccupazione al ritorno a scuola. Senza interventi dall’alto – dicono i medici – l’organizzazione rischia di saltare.
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06 Gennaio 2022, 09:20