Cronaca

Covid, la fine dell’emergenza: “Ma il virus non è in vacanza”

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02 Aprile 2022, 05:20

4 min di lettura

CATANIA – Questo fine settimana è il primo, in due anni, in cui l’Italia non è in stato d’emergenza per il Covid. La fine delle misure, infatti, è stata decisa dal governo nazionale di fronte a un calo della curva dei contagi, dopo il picco della quarta ondata dei primi dell’anno. Il virus però continua a circolare, causando nuovi contagi e ricoveri. A raccontare qual è l’andamento dei contagi, e cosa bisogna aspettarsi nelle prossime settimane, è Guido Scalia, professore di microbiologia e microbiologia clinica all’Università di Catania e dirigente del laboratorio d’analisi del Policlinico Rodolico.

La circolazione del Coronavirus

Anche se di meno rispetto all’inizio dell’anno, il Coronavirus continua a essere presente nella popolazione siciliana: “Il virus c’è e continuerà ad esserci e diffondersi – dice Scalia – con la bella stagione avremo, come di consueto, una riduzione della sua riduzione, ma è inevitabile che, aprendo da tutte le parti, il virus ripartirà. È un meccanismo che si è visto ovunque”.

Il pericolo, con una circolazione troppo ampia, potrebbe essere come sempre quello di un numero maggiore di casi gravi, ma con l’andare del tempo lo stesso virus si adatterebbe al corpo umano: “Il Coronavirus si sta adattando all’uomo – dice Scalia – e questo significa che con il passare del tempo diventa meno virulento e dà problemi meno gravi. Se non ci sono enormi salti dovrebbe adattarsi ancora meglio a noi. I virus infatti non hanno intenzione di ucciderci”.

I salti di specie

Ma in che senso il virus si sta adattando, e in che modo potrebbe creare ancora problemi? “Il problema più grande con il Coronavirus – spiega Scalia – è stato all’inizio, quando era appena avvenuto il salto da una specie animale all’essere umano. Non si sa bene come avvenne questo salto, ma quando era appena avvenuto il virus non si era ancora adattato all’uomo ed era particolarmente pericoloso”.

Oggi, invece, questo pericolo sembra essersi mitigato: “Il virus si è moltiplicato in molte varianti – dice Scalia – ma sono tutte da passaggio interumano, ovvero di virus che si replica da un uomo all’altro, non da una specie all’altra. Dato che, come dicevo, il virus non ha intenzione di ucciderci, sembrerebbe essersi adattato, diventando meno virulento”.

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Le varianti

Gli unici problemi potrebbero venire dunque da nuove varianti, ma anche su questo Scalia è prudente: “In Sicilia varianti di rilevanza al momento non ce ne sono: l’Istituto di Sanità ha dato indicazioni precise per i sequenziamenti, e in questo momento si fa una valutazione settimanale su ogni centro di sequenziamento pari a un numero globale di mille campioni in Italia. Questo ci permette di valutare anche una singola variante nuova di rilevanza, non quelle minori, ma quelle che potrebbero potenzialmente essere pericolose”

“Detto questo – continua Scalia – ricordo l’allarme di quando apparve Omicron, di cui si sottolineavano le decine di mutazioni: questo non significava niente, il virus può avere molte mutazioni ma l’importante è la sua virulenza, quanto è ‘cattivo’. Se abbiamo una variante con due mutazioni soltanto ma è cattiva, è un grosso problema. La variante con 30 mutazioni invece è facile che trovi una distribuzione più agevole. Per esempio, l’influenza H1N1, di cui tutti erano terrorizzati, in effetti era un ceppo nuovo di influenza che aveva grande capacità di diffusione, ma non era un ceppo particolarmente patogeno”.

La prevenzione

Cosa fare, allora, per evitare un nuovo peggioramento della situazione? “Il virus non è ancora andato in vacanza -dice Scalia – ma in questo momento lo teniamo sotto controllo, con il sequenziamento e i sistemi di rilevamento introdotti dall’ISS. È indispensabile, naturalmente, continuare a tenere la mascherina, per una questione di prudenza e di riduzione del rischio. Il virus infatti in questo momento non sembra avere grandi capacità di mutare, e come ho detto andiamo verso la bella stagione, che ci potrebbe dare un vantaggio, ma è importante continuare a proteggersi”.

Importante, proprio per questo, anche continuare a vaccinarsi: “Ritengo – dice Scalia – che sia assolutamente indispensabile ribadire che deve essere fatto tutto il possibile per immunizzarsi, specie nelle fasce ad alto rischio come i soggetti fragili, ed è molto importante che si vaccinino anche le donne in gravidanza. Si è visto a livello internazionale, su migliaia di casi, che non ci sono problemi per i bambini, mentre ci sono se la donna si infetta e presenta un’infezione importante”.

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02 Aprile 2022, 05:20

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