Crisi Georgia-Russia,| in Sicilia trema la Erg

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08 Settembre 2008, 10:49

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La crisi tra Russia e Georgia fa tremare l’Italia. E in particolar modo la Sicilia. Si complica, infatti, la realizzazione dell’accordo tra la Erg di Priolo Gargallo, nel Siracusano, e la Lukoil, il principale operatore petrolifero non statale della Russia.

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Un accordo che aveva portato, alla fine di giugno, i padroni di Erg ad aprire le porte a Lukoil per vendere ai russi il 49% delle raffinerie di Priolo. Tradotto, un modo per consentire lo sbarco russo nella raffinazione del Mediterraneo e fare entrare qualcosa come 2.750 milioni di euro nelle casse della società petrolifera guidata da Alessandro Garrone. Ma adesso la crisi nel Caucaso rischia di mandare tutto all’aria. Ad innescare il timore, le dichiarazioni del presidente di Lukoil, Vagit Alekperov, rilasciate il giorno stesso del vertice europeo sulla crisi georgiana che “non esclude possibili ostacoli dalle autoritaà europee sull’acquisizione della quota nella raffineria di Erg per effetto delle vicende in Georgia”.
Da Priolo le bocche sono cucite anche se, in una nota di Euromobiliare, la Erg getta acqua su fuoco: “Tutto sta procedendo regolarmente, il closing è atteso per fine anno. Inoltre la posizione dell’Unione europea emersa dall’incontro di Bruxelles è risultata piuttosto morbida, escludendo per il momento sanzioni alla Russia. Il rischio quindi ci sembra al momento remoto”. La partita è quindi aperta e gli occhi restano puntati sul Caucaso. Anche perchè, come aveva dichiarato Adolfo Urso, sottosegretario allo Sviluppo economico, in occasione dell’accordo tra Erg e Lukoil “la Russia rappresenta un partner prioritario, la nuova frontiera dell’economia italiana non solo per la crescita dell’export (+21,7% nei primi cinque mesi dell’anno) ma, in prospettiva anche per gli investimenti nelle partnership industriali”.

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08 Settembre 2008, 10:49

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