10 Novembre 2016, 13:11
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MESSINA – “Ho già detto che sono candidato di nuovo a presidente della Regione. Qualcuno mi dovrebbe spiegare come nelle condizioni in cui io ho trovato la Regione si poteva fare di meglio. Se me lo dimostrerà sarò disponibile a rivedere la mia candidatura”. Lo ha detto il governatore della Regione Rosario Crocetta a Messina. “Noi di fronte ad una programmazione europea – prosegue – che viaggiava al 2,5 percento abbiamo realizzato il 100 percento in due anni. Il bilancio che era in perdita adesso è in pareggio, l’indebitamento era terrificante, c’era una sanità che era al penultimo posto in Italia e che adesso funziona meglio e si spende meno. La formazione era quella del malaffare e abbiamo fatto una battaglia contro la corruzione. Non era facile insomma fare meglio”.
“Inviterò Trump in Sicilia perché noi siamo una Regione che con l’America ha avuto rapporti tradizionalmente forti e, anzi, abbiamo dato agli americani di più di quanto loro ci hanno dato – prosegue il governatore -. Non è che alla politica delle Basi hanno corrisposto investimenti. Quindi se vuole rivedere la politica internazionale cominci dalla Sicilia che si aspetta qualcosa rispetto a quello che ha dato” . Ad una battuta di una persona che gli chiedeva se si sarebbe fatto i capelli come Trump Crocetta ha detto “no, casomai come Hillary”.
“Trump quando ha detto la priorità di lotta è l’Isis ha interpretato un sentimento del popolo americano che vuole sicurezza e poi ha risvegliato l’orgoglio nazionale della grande potenza – ancora Crocetta, a margine di una discussione sul futuro dell’autorità portuale al consiglio comunale di Messina -. Prevedevo l’elezione di Trump per due ragioni – prosegue Crocetta – la prima è che la politica estera americana nell’ultimo decennio ha fatto errori madornali basti pensare la situazione che noi abbiamo nel Medioriente dove i jihaidisti non solo si sono rafforzati, ma addirittura hanno dato origine ad una formazione che è ancora più terrificante, l’Isis. Si vuole dire poi che la politica nei confronti della Libia è stata corretta? No perché aver eliminato un dittatore senza preoccuparsi del dopo è stato un errore madornale. Da parlamentare europeo solo io e Cofferati votammo contro l’intervento in Libia. Anche la politica estera americana in Siria non è stata giusta. Quando bisognava unirsi l’America ha diviso il fronte. Oggi il problema principale in Siria è eliminare l’Isis. Gli americani in questi anni invece sono rimasti prigionieri del loro concetto ‘noi esportiamo la nostra democrazia’. Spero che non si avventuri a costruire muri e nella violazione delle libertà civili e mi aspetto che la politica in Medioriente cambi”.
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10 Novembre 2016, 13:11