17 Marzo 2017, 18:11
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PALERMO – Sicilia e-servizi non c’è più. Ma Antonio Ingroia ci sarà ancora. A capo, però, di una società che, nel silenzio generale, ha cambiato nome. Una mano di vernice, e via: al posto della vecchia insegna c’è quella di “Sicilia digitale spa”. E alla guida della vecchia azienda dal nome nuovo, ci sarà, per i prossimi tre anni, ancora Antonio Ingroia.
La decisione di confermare l’ex pm a capo della partecipata regionale, è stata presa in occasione di una assemblea dei soci dello scorso 28 febbraio. Assemblea si fa per dire, ovviamente. Perché il socio è unico: la Regione. Ed è stato rappresentato, in quella occasione, dalla vicepresidente Mariella Lo Bello.
Una assemblea molto strana, a dire il vero. Perché prevedeva il rinnovo degli organi in scadenza nonostante nessun organo fosse nemmeno vicino, appunto, alla conclusione del proprio rapporto di lavoro. Una precisazione, del resto, avanzata anche per iscritto dall’assessorato all’Economia: perché dobbiamo riunirci? Hanno chiesto, in pratica alla Regione. Ma la Regione aveva fretta.
E così, ecco l’Assemblea nella quale si è compiuta anche una modifica dello Statuto dell’azienda. Ma non solo. Come detto, è cambiato anche il nome, mentre la spa si prepara a trasformarsi in un ente pubblico economico. Niente di sostanziale, in fondo. Tutto previsto dalle norme.
In quell’occasione, però, ecco anche dei passi più “concreti”. “Nel corso di quella Assemblea – racconta proprio la vicepresidente Lo Bello – l’amministratore unico di Sicilia e-servizi ha presentato il piano triennale degli interventi dell’azienda. Un progetto importantissimo e delicato, che punta a potenziare la società nell’interesse dei siciliani”. Una volta presentato il piano, però, conferma sempre Mariella Lo Bello, l’ex pm ha presentato le proprie dimissioni.
“A quel punto – spiega la Lo Bello – il socio unico Regione ha pensato che fosse giusto re-incaricare il dottor Ingroia che aveva lavorato a quel piano triennale”. Insomma, un minuto prima Ingroia era l’amministratore unico di Sicilia e-servizi, un minuto dopo era fuori dalla società, il minuto dopo ancora era di nuovo l’amministratore unico di una società con un nuovo nome: Sicilia digitale spa, appunto.
Tutto nel corso della stessa assemblea. Tutto in pochi attimi. Con effetti pratici di grande importanza. Specie se si guarda a ciò che sta accadendo in altri enti regionali, dove Crocetta è impegnatissimo a confermare e piazzare propri fedelissimi.
Con questa danza tra le dimissioni e la riconferma, infatti, Ingroia ha in qualche modo “anticipato” le dimissioni che erano previste – come conferma la visura camerale dell’azienda – in occasione della presentazione del bilancio dell’azienda. “Non sappiamo dire – conferma la Lo Bello – quando questo bilancio sarebbe stato presentato. Forse a maggio, o a giugno, o alla fine dell’anno”.
Comunque in un periodo compreso dentro il cosiddetto “semestre bianco” nel corso del quale sono vietate le nuove nomine del governo. E quando, cioè, il governo può, al massimo, indicare dei commissari. Con differenze assai evidenti: Ingroia, nel corso di quella assemblea del 28 febbraio, è stato reincaricato per tre anni. Se avesse atteso la presentazione del bilancio, il nuovo governo avrebbe potuto sostituirlo già dal minuto dopo. E così, in un modo o nell’altro, Crocetta – socio unico di Sicilia e-servizi per conto della Regione siciliana – ha “blindato” un altro amico. Un altro fedelissimo. In una Sicilia militarizzata ormai dalle “truppe” del governatore, zeppe di simpatizzanti del suo nuovo movimento politico.
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17 Marzo 2017, 18:11