Cts, ipotesi bancarotta fraudolenta? |La Procura smentisce

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31 Ottobre 2013, 16:34

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TRAPANI – Dietro al fallimento del Cantiere navale di Trapani (Cnt) e della società holding, Satin, che ha provocato il licenziamento di 58 operai, potrebbe esserci la bancarotta fraudolenta. L’ipotesi di reato è stata formulata dalla Procura di Trapani, che indaga sul caso. Tra i soggetti iscritti nel registro degli indagati figura l’imprenditore Giuseppe D’Angelo, presidente della Satin e amministratore delegato del Cnt. Alle due società la sezione fallimentare del Tribunale ha apposto i sigilli nell’aprile scorso. L’indagine, che coinvolge D’Angelo e altri soggetti ai vertici delle società, viene definita dagli inquirenti “articolata e complessa” e potrebbe dar vita a nuovi filoni d’inchiesta.

Secondo l’ipotesi accusatoria, la bancarotta fraudolenta sarebbe stata messa in atto dall’azienda madre – Satin – con una serie di operazioni tendenti a provocare un fallimento pilotato del Cnt; una di queste operazioni sarebbe consistita nell’elaborazione di un piano industriale, finalizzato al mantenimento del controllo del bacino di carenaggio senza più la zavorra del Cnt e dei relativi debiti della società. Il piano è però naufragato perché le banche non hanno più concesso credito alla Satin.

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(ANSA)

AGGIORNAMENTO DEL 5 NOVEMBRE. La Procura di Trapani ha diffuso questa nota: “Con riferimento a recenti notizie di stampa relative al fallimento delle società “C.N.T.” e “Satin”, si precisa che, allo stato, non risultano iscrizioni nel registro delle notizie di reato di questo Ufficio in ordine al delitto di bancarotta fraudolenta”.

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31 Ottobre 2013, 16:34

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