21 Luglio 2019, 13:21
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PALERMO – Nel 2018 le visite ai siti culturali sono cresciute così come è cresciuto il traffico di passeggeri negli aeroporti siciliani ma nel settore dei Beni Culturali e del Turismo ancora molto c’è da fare. A riconoscerlo è lo stesso governo regionale siciliano nell’ultimo Documento di economia e finanzia regionale: nei beni culturali occorre superare la logica dell’emergenza sia nella gestione delle risorse finanziarie che in quelle umane, bisogna favorire il mecenatismo, puntare sul cibo e su i grandi eventi di richiamo. Inoltre la Regione continua a guardare alla Cina e vuole tornare a scommettere sul turismo termale.
Soprattutto, è “essenziale – sono le parole del documento – creare una governance unitaria tra cultura e turismo tramite la creazione di una rete che possa contestualmente valorizzazione il patrimonio culturale e promuovere il turismo, così da rafforzare la capacità attrattiva del territorio e del brand Sicilia”.
I numeri
Anche nel 2018 il trend delle presenze è in crescita. I visitatore dei siti culturali della Regione nel 2018 sono stati oltre cinque milioni mentre gli incassi sono stati pari a 28 milioni di euro. La provincia con più accessi ai beni culturali è stata quella di Messina con 1,1 milione di visitatori seguita dalla provincia di Agrigento con poco più di un milione di visite, terza quella di Siracusa con 901mila visitatori. Seguono Trapani (718mila), Palermo (690mila), Enna (402mila), Catania (158mila), Ragusa (31mila) e Caltanissetta (13mila). Il volume degli incassi segue quello delle presenze.
Bene è andato anche il traffico di passeggeri. Con un incremento di un milione in più di persone in più in tutta l’Isola e circa 17,7 milioni di presenze. Fontanarossa è l’aeroporto con più presenze: 9,9 milioni di persone, con un aumento di 800mila persone in un anno. Segue Punta Raisi con 6,6 milioni di passeggeri trafficati e un incremento di circa 900mila presenze. I numeri di Lampedusa e Comiso rimangono stabili rispettivamente a circa 250mila il primo e 430mila il secondo. L’aeroporto di Trapani, invece, come prevedibile, ha subito un vorticoso calo di presenze da quasi un milione e trecentomila presenze a 480mila passeggeri registrati.
I numeri a Palermo
Dati incoraggianti confermati anche da Istat. Nel capoluogo, infatti, la crescita dei flussi e delle presenze turistiche continua anche nel 2018, ad un ritmo più che doppio rispetto a quello della Sicilia e quasi quadruplo rispetto alla media italiana. È il dato che emerge dai dati Istat su arrivi e presenze turistiche nel capoluogo siciliano e sul numero delle strutture ricettive. In sintesi, Palermo registra complessivamente un aumento delle permanenze (cioè del numero di turisti moltiplicato per il numero dei pernottamenti) pari al 7,8%, contro il 2,9 della Sicilia e il 2 della media nazionale.
A trainare, come già era stato nel 2017, sono state le strutture extra-alberghiere, ma comunque anche gli alberghi tradizionali registrano un aumento del 4,3%, quasi triplo rispetto alla media nazionale del 1,6. Sono quindi le strutture “non convenzionali” a marcare la differenza di crescita fra Palermo e il resto del Paese, con un aumento del +23,4% che è quasi 10 volte superiore a quello nazionale (+2,7%) Nel 2018 si è registrato il sorpasso dei turisti stranieri rispetto a quelli italiani: gli arrivi dall’estero rappresentano il 50,7% del totale. L’aumento dei turisti stranieri sostiene anche un complessivo aumento dei pernottamenti, visto che i nostri connazionali si fermano in media 2 giorni a Palermo, mentre chi proviene dall’estero si ferma per 2,3 giorni.
“Sono numeri straordinari – commenta il sindaco Leoluca Orlando, che ha mantenuto per sé anche la delega per il Turismo – che confermano quanto già sapevamo: Palermo è una città accogliente che sempre più è conosciuta nel mondo al di fuori degli stereotipi e per la propria realtà d’oggi. Il turismo si conferma come potenziale motore del nostro sviluppo, ma è già oggi una realtà consolidata che, anche grazie all’enorme indotto che genera nella mobilità, nella ristorazione e nel commercio. L’Amministrazione sta lavorando sempre più, oltre che per la promozione complessiva dell’immagine di Palermo in Italia e all’estero, per la destagionalizzazione dei flussi, con campagne rivolte a coloro che scelgono la bassa stagione per i propri viaggi”.
I Beni Culturali
La riflessione sui beni culturali parte da una costatazione che sembra dire “Per fortuna non abbiamo avuto una vera industrializzazione, altrimenti avremmo distrutto il territorio”. “Proprio per la minore incidenza dei processi d’industrializzazione e sfruttamento territoriale – dice infatti il Def -, quei guasti furono circoscritti e non generalizzati come in altre zone d’Italia. Ciò costituisce nel presente una forza poiché l’isola si può mostrare come una delle terre più ricche di memoria. Oggi – prosegue poi il documento – l’offerta siciliana di beni archeologici, monumentali e museali, anche se spesso vetusta nella sua forma, è grande, diffusa, variegata e pronta a soddisfare tutti i più diversi interessi e curiosità degli utenti”.
Per questo allora il governo punta a modernizzare e digitalizzare i servizi, riqualificare e valorizzare il patrimonio culturale e migliorare la governance delle strutture. L’obiettivo così anzitutto è quello di evitare che ci siano Parchi archeologici che vanno in sofferenza grazie all’istituzione di un fondo di solidarietà. Le risorse guadagnate inoltre dovranno essere reinvestite per migliorare i siti.
Una delle missioni principali sarà quella di evitare che ci siano momenti critici sia per la manutenzione dei beni culturali che per la loro fruizione. Per questo così il piano del governo prevede numerosi obiettivi: dalla reintroduzione dei ruoli tecnici per mettere nelle strutture dei professionisti dei Beni culturali fino alla riqualificazione di tutto il personale, sia quello assegnato agli uffici dell’assessorato fino a quello attivo nei parchi.
Ma non finisce qui. Nel Def è infatti prevista la nascita a Gela del laboratorio per la conservazione del legno umido e bagnato, il potenziamento del laboratorio di restauro e conservazione di Palazzo Abatellis, e di quello della Biblioteca centrale della Regione Siciliana e infine l’istituzione di un Istituto superiore dei Beni Culturali che si occupi dell’innovazione tecnologica e della valorizzazione del settore.
I piani per il turismo
Se tanto c’è da fare nel settore dei Beni culturali, in quello del turismo c’è l’intenzione di proseguire su quanto si è cominciato a fare potenziandolo e intervenendo in alcuni nuovi settori.
La Sicilia continua a guardare alla Cina e per questo tra le attività che il governo sembra voler continuare ci sono le partecipazioni alle fiere internazionali in cui la Regione è presente con il dipartimento del Turismo e quello delle Attività produttive. La missione generale d’altronde è integrare sempre più le collaborazioni fra le strutture del Turismo, delle Attività produttive, dei Beni culturali e dell’Agricoltura. E infatti, un’altra delle attività che l’esecutivo regionale intende proseguire è quella di puntare sull’enogastronomia come fatto nel 2018. Non dovranno mancare i grandi eventi, per cui verrà realizzato un calendario, ma non dovrà mancare anche l’attenzione e tutte le tradizioni delle comunità che vedono protagonista la Sicilia dell’entroterra e i borghi storici e rurali.
Due sono invece le novità che il Def anticipa della politica turistica regionale: l’attenzione allo sport e quella al benessere, alle terme. Sul primo punto in realtà qualcosa è stata anticipata dall’accordo per ottenere che il Giro d’Italia passi dalla Sicilia. La Regione inoltre continuerà a realizzare il Giro di Sicilia.
Le terme invece entrano a pieno titolo nei progetti da realizzare. Il governo è ben cosciente della crisi del settore. L’intenzione però è quella di rilanciare questo tipo di offerta da un lato a completamento dell’offerta turistica e balneare, dall’altra come esperienza di cura del benessere.
Specie per le Terme di Acireale e di Sciacca, “il progetto della Regione è, – così come si legge nel Defr – di affidare, tramite procedure di evidenza pubblica, la gestione in concessione dei complessi termali che potrà essere gratuita per i primi tre anni, con la finalità anche di continuare ad offrire alla collettività oltre che le cure termali per malattie o patologie specifiche, servizi sotto forma di pacchetti benessere”. Per questo sarà necessario che sia coinvolto anche il sistema sanitario regionale.
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