12 Settembre 2021, 05:59
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Il punto di partenza è il dolore. Quando muore qualcuno non può che essere così. Nessun giudizio, nessun dito puntato, nessuna morale della favola. Sono lacrime e basta, anche in un tempo divisivo come questo. Ogni discorso deve rispettare la soglia delle terapie intensive. E, da lì in poi, si deve procedere con un sentimento di affetto e di solidarietà. Perché ci pare, ogni tanto, di cogliere una reazione mostruosa, se muore qualcuno che non era vaccinato: una sorta di ‘ben gli sta’. Un pensiero immondo che si intravvede, non avendo il coraggio di affermarsi esplicitamente per un rimasuglio di benedetto pudore. Come pure è orrenda l’idea di alcuni No Vax che vedono nei morti vaccinati un contrappasso, una conferma delle loro tesi sull’inutilità del vaccino. Orrenda umanamente: non ci si fa ‘ragione’ con le vittime. Realisticamente, oltretutto, insensata.
Che il vaccino protegga dagli effetti più gravi del coronavirus in un contesto di quasi assoluta sicurezza è ormai un fatto certo. E chi nega una evidenza del genere è semplicemente un nemico della verità. L’ultimo report dell’Iss rappresenta una pietra sulle follie dei No Vax. Citiamo un lancio dell’Ansa: ‘E’ “forte” la riduzione del rischio di infezione da virus SARS-Cov-2 nelle persone completamente vaccinate rispetto a quelle non vaccinate: 77% per la diagnosi, 93% per l’ospedalizzazione, 96% per i ricoveri in terapia intensiva e per i decessi. E’ questo il dato aggiornato all’8 settembre sulla protezione e l’efficacia vaccinale pubblicato nel report esteso dell’Istituto Superiore di Sanità’. Capito?
Eppure, tante persone continuano a non vaccinarsi, a ritardare, a non proteggersi. E, tragicamente, muoiono, a Palermo come altrove. Vanno via con una sofferenza immensa. Vanno via senza potere dire addio. E vanno in via in forza di una ‘scelta’ contraria al buonsenso. Se si fossero protette, sarebbero ancora qui. Lo scriviamo non per approfondire un lutto che rispettiamo e a cui ci sentiamo vicini, ma perché è nostro dovere comunicare un percorso concreto che possa orientare le scelte. Chi non si vaccina, muore.
Pure qualche vaccinato, certamente, muore. Tuttavia, le percentuali – che non sono mai amiche del senso umano di una perdita – ci dicono che si tratta di sfortunate e tragiche eccezioni. Abbiamo di recente narrato della sgangherata polemica sollevata dall’europarlamentare leghista Francesca Donato a proposito di un grande medico, il dottore Leonardo Ditta, morto da vaccinato. La risposta della figlia, Anna Ditta, è stata esemplare. Nemmeno il lutto può farci dimenticare che cosa è esatto e cosa non lo è. Del resto, la logica appare lapalissiana: perfino i guidatori prudenti possono incorrere in un incidente mortale. Se guidi a fari spenti nella notte, il rischio sarà molto maggiore.
Ricordiamo tutti, con profonda impressione, le bare di Bergamo. La lunga fila di camion con i morti di Covid. Il vaccino non c’era e si moriva aspettando una salvezza che sembrava impossibile. Adesso che abbiamo un’arma formidabile, c’è chi la rifiuta. E dice addio alla vita. Per scelta.
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12 Settembre 2021, 05:59