Da duri e puri a “responsabili” |Grillini, tramonto e metamorfosi

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27 Gennaio 2020, 18:43

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In Calabria la lista del Movimento 5 Stelle ha raccolto alle regionali di domenica il 6,2 per cento. Alle Politiche di meno di due anni fa nel collegio Calabria 1 aveva sfiorato il 50 per cento. La media regionale era stata del 43. Non c’è molto altro da dire per fotografare il momento del grillismo. Le campane a morto rintoccano da un pezzo secondo gli analisti e un’era sembra destinata alla sua conclusione. In Umbria ed Emilia Romagna è andata malissimo, il processo di disfacimento prosegue, in Parlamento l’emorragia continua, Di Maio si è dimesso, non c’è un elemento uno che racconti una storia diversa da quella dell’epilogo. E come accade puntualmente quando le navi affondano, qualche ospite della stiva cerca di svignarsela finché si può.

Accade che in Sicilia, dal gruppo degli ex duri e puri di una volta, quelli che non si dovevano alleare con nessuno mai, sembri pronto a sganciarsi un drappello di deputati che con responsabilità di scilipotiana memoria sorregga a traballante maggioranza-non maggioranza di Nello Musumeci, quella che all’Ars si impantana con il voto segreto, con il voto palese e forse pure con il sorteggio.

I responsabili pentastellati siculi sono ormai venuti allo scoperto. Hanno parlato a Livesicilia ad esempio Sergio Tancredi e Matteo Mangiacavallo, spiegando le loro ragioni e il desiderio di aiutare la Sicilia senza interpretare la parte dell’eterno Signor No. Nessuna stampella, dicono, solo la voglia di votare cose buone senza pregiudizi. Con loro, si sono astenuti all’altro giro in Aula le compagne di viaggio Angela Foti, omaggiata della poltrona di vicepresidente dell’Ars dalla coalizione di Musumeci, Elena Pagana, Valentina Palmeri, e poi Giampiero Trizzino. Quanti di questi siano disponibili in effetti a sganciarsi del tutto per dare una mano al centrodestra (e alla Sicilia, ci spiegheranno) bisognerà capirlo, di certo dalle parti dei leghisti siculi si osservano queste dinamiche con grandissimo interesse.

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“Il M5S non è finito: deluderemo chi dice questo. Ora il governo prosegua il suo percorso e lavori pancia a terra”, dice il reggente nazionale Vito Crimi. E un altro palermitano, il deputato nazionale Giorgio Trizzino proponendo di strutturare il Movimento sempre più secondo la forma-partito superando “l’uomo solo al comando” (concetto analogo ha esposto Giancarlo Cancelleri, ricordando la mossa dei “facilitatori”). Resta da capire, cosa e quanto resterà da “comandare” con l’abbrivio preso dal Movimento.

 

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27 Gennaio 2020, 18:43

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