26 Ottobre 2016, 08:30
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PALERMO – In altri tempi, magari nei primissimi anni di gestione Zamparini in Sicilia, staremmo a parlare dell’ennesimo allenatore giovane e di belle speranze che dopo ottimi proclami, e magari qualche buono scampolo di gioco fatto intravedere, è stato costretto a sottostare alla dura legge del patron rosanero a fare le valigie in una sorta di rito di passaggio per la quasi totalità della categoria dei tecnici italiani. E invece Roberto De Zerbi dopo due ko consecutivi, rispettivamente con il pesante passivo di 4-1, con il suo Palermo farcito di giovani e falcidiato dagli infortuni è ancora in sella, magari non saldamente come due settimane fa, alla panchina siciliana.
I primi campanelli d’allarme di un amore in bilico fra l’ex tecnico del Foggia e il presidente friulano possono essere ricercati nelle recenti parole del numero uno di viale del Fante, che ha invitato il suo allenatore ad avere maggior coraggio anche quando il risultato è ampiamente compromesso come accaduto ad esempio con la Roma. Di contro Zamparini non ha sconfessato il credo calcistico della giovane guida rosanero, addebitando gli scarsi risultati ad un gruppo che non segue come si deve le indicazioni di De Zerbi.
A fare da spartiacque fra un percorso di crescita, o un’improvvisa scelta di prendere strade diverse, arriva dunque il match di giovedì sera contro l’Udinese che al ‘Barbera’ in passato ha dato più dolori che gioie ai rosanero (famosi il 5-1 del 2004 e il 7-0 del 2009, ndr). Gli effetti benefici di una vittoria, che in casa tarda ancora ad arrivare con ben quattro sconfitte consecutive record negativo dei rosa nella massima serie, o quantomeno un pari porterebbe infatti giovamento non solo al rapporto di stima reciproco esistente fra De Zerbi e Zamparini ma sopratutto ad un gruppo di giovani che, mai come quest’anno, necessita della calorosa spinta che solo il pubblico di Palermo è in grado di fornire.
Nemmeno a dirlo se invece dovesse arrivare la quinta sconfitta di fila al ‘Barbera’ per Il tecnico rosanero la sfida di Cagliari potrebbe non essere sufficiente per riportare il sereno in un gruppo che avrebbe perso uno scontro diretto per la salvezza contro diretta rivale. Ecco perché, nonostante un progetto tattico che tarda a mostrare i propri frutti, a Diamanti e soci serviranno tre punti a tutti i costi, pena il più che prevedibile secondo cambio in panchina in appena dieci giornate di campionato, sulla carta già meglio del campionato record della passata stagione con Iachini che lasciò i rosanero dopo quattordici giornate posto poi tornare in pieno girone di ritorno senza incidere.
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26 Ottobre 2016, 08:30