Dei delitti e delle pene

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19 Ottobre 2010, 15:59

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Un commentatore, che sembra masticare di giornalismo, ci fa notare che una notizia per essere completa deve rispondere alle classiche cinque domande: Cosa, quando, dove, perché e chi. Le cinque “w” del giornalismo anglosassone considerato il servizio pubblico per eccellenza, quello dei “watch dogs”, dei cani da guardia nei confronti dei vari poteri. Non è sfuggito a lui (e neanche a noi) che nella notizia sul sequestro per equivalente, operato dalla guardia di finanza a Palermo a un rivenditore d’auto, manchi un particolare non da poco. Chi è?

Il personaggio in questione, secondo le indagini, avrebbe evaso tasse per quasi 10 milioni di euro arrecando danno alle casse dello Stato e, quindi, alle tasche di tutti i cittadini. Ma non si ha diritto a sapere di chi si tratta? E mentre scriviamo, dalla stessa guardia di finanza, arriva una nota stampa sull’arresto di un tunisino per spaccio di droga. Ovviamente con nome, cognome e foto segnaletica. Delitti diversi e quindi diverse pene. Ma se compito delle forze dell’ordine è accertare i primi, irrorare le seconde tocca ai giudici. E non capiamo la disparita di trattamento fra lo spacciatore tunisino (ma poteva anche essere un ladro di merende) e il, presumiamo, elegante venditore di auto. Se si fanno i nomi, lo si deve fare con tutti. Dal potente al misero. E forse non si dovrebbero pubblicare le notizie dove i nomi sono omessi e camuffati da una definizione generica come, per l’appunto, “commerciante di automobili con autosalone in una strada centrale della città”. I giornalisti non si dovrebbero fare scappare quella “w”. Così questa testata ha deciso che non pubblicherà notizie in cui i nomi sono omessi senza giustificazione.

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19 Ottobre 2010, 15:59

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